ROMA – Sono stati intanto siglati i contratti con tra il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri e cinque aziende italiane – la ‘Fab‘, la ‘Marobe‘, la ‘Mediberg‘, la ‘Parmon‘ e la ‘Veneta Distribuzione‘ grazie ai quali nelle prossime settimane 660 milioni di mascherine chirurgiche saranno disponibili sul mercato italiano ad un prezzo medio di 38 centesimi di euro al pezzo.
“Voglio ringraziare queste eccellenze italiane – dice Arcuri – che hanno mostrato una straordinaria disponibilità e un forte senso di responsabilità. Nessuno vende ad un prezzo superiore ai 50 centesimi“.
Inoltre Arcuri ha raggiunto un accordo con l’Ordine dei farmacisti, e le associazioni di categoria Federfarma e Assofarm, affinchè in tutte le farmacie e parafarmacie italiane siano disponibili in vendita le mascherine chirurgiche al massimo di 0,50 euro, al netto dell’IVA, che è il prezzo fissato ieri con una ordinanza del commissario straordinario per l’emergenza.
“Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19 limitatamente alla durata dell’emergenza sanitaria, gli individui presenti sull’intero territorio nazionale devono usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi confinati aperti al pubblico inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento del distanziamento fisico. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.
Per la popolazione generale potranno essere utilizzate, in alternativa alle mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.
Per il commissario si tratta di un”primo importante passo“, infatti si stanno “contattando lealtre 108 aziende italiane, incentivate grazie al decreto ‘CuraItalia’, e a tutte loro sta giungendo la rassicurazione dagli uffici del Commissario che acquisteranno le loro mascherine via via che saranno collocate sul mercato“.
Il prezzo fisso chiaramente non significa che qualcuno dovrà produrre in perdita. “Nessuno dovrà rimetterci, a partire dalle imprese produttrici, dalle farmacie e dalle parafarmacie”, commenta Arcuri, ma in questa maniera “stiamo sconfiggendo i vergognosi episodi registrati negli ultimi mesi. Sulla salute non si specula“.