di Francesca Lauri
Fare della “Cava del sole” di Matera uno spazio dove sperimentare nuove regole e un nuovo modo – causa epidemia di coronavirus – per le manifestazioni all’aperto, studiare storia e geografia, completare due libri e tenersi “disponibile” per partecipare ad una “task force” che si occupi del futuro di Taranto, “una città simbolo“: un programma che sarebbe già troppo impegnativo per un gruppo di persone è quello a cui sta lavorando Paolo Verri, il giorno dopo la fine del suo incarico di direttore di Matera 2019 (“un’esperienza straordinaria”), la città dei Sassi, gioiello della Basilicata, che lo scorso anno è stata Capitale Europea della Cultura.
Dopo Matera 2019 Verri potrebbe impegnarsi per il rilancio dell’immagine di Taranto, danneggiata o svilita (fate voi) dalla situazione paradossale e fallimentare dell’ex Italsider, Ilva e ora Arcelor Mittal con il forte contrasto tra bonifica, crisi dell’acciaio e malattie tumorali, una zes con la Basilicata al palo e le potenziali culturali (tante) della Città dei due mari.
Nell’ intervista “Con la cultura si vince, Da Torino a Matera: “Ora tocca a Taranto” comparsa il giorno dell’Immacolata sul quotidiano IlSole24ore, Paolo Verri già direttore generale della ”Fondazione Matera-Basilicata 2019“, al termine di una descrizione su quanto realizzato a Matera e in una annata irripetibile, con valutazione su progetti e infrastrutture, alla domanda della giornalista sul suo futuro ha risposto che ”Lavorare per Taranto sarebbe un onore, una sfida nazionale che riguarda tutti. E aggiunge di essere “a disposizione del sistema Paese, perchè credo di avere le competenze culturali e organizzative che servono”, ricordando che ”a Taranto si gioca una partita importantissima, bisogna ricostruirne l’immagine,che non puo’ essere solo l’Ilva per una città con tante risorse”.
Verri cita arte, spiagge, porto militare, senza dimenticare che il ministro per i Beni culturali Turismo Dario Franceschini ha individuato Taranto, che ha un museo come il Marta quale sede di una soprintendenza dell’archeologia marina, con una posizione molto interessante per l’area mediterranea. Servono però volontà del Governo e tante risorse finanziarie a disposizioni, dopo che sarà stato finalmente chiarito una volta per tutte quale sarà la sorte dell’ex Ilva.
A ruoli invertiti, ma con diverse condizioni e capacità imprenditoriali, l’attuale stato dell’economia di Taranto fondata sulla monocoltura della siderurgia inquinante è simile a quella di Torino legata all’auto. Il capoluogo piemontese seppe e venne aiutata a riconvertirsi nel settore culturale, puntando poi sulle Olimpiadi invernali
Paolo Verri è alla guida della Fondazione ”Matera-Basilicata 2019” ma è più che normale e logico che un manager come lui , con la propria esperienza e curriculum, debba guardare al proprio futuro, dopo l’esaltante esperienza dell’anno di Matera Capitale europea della Cultura. Ora è concentrqto, come tutto lo staff, sulla cerimonia di chiusura e su alte cose in programma previste dal dossier.
L’ auspicio a poter lavorare per Taranto potrebbe avere un buon fondamento di concretezza, per la centralità che i problemi della città jonica sta avendo nel governo e per il Paese. La città dei due mari è stanca di convivere con la siderurgia e con una fabbrica che continua a causare anche malattie invalidanti e lutti. Forse è arrivato il momento di guardare ad altro, auspicando che la produzione dell’acciaio possa continuare su basi nuove, ecologiche nel rispetto dell’ambiente della salute e dei cittadini di Taranto.
Sicuramente servono progetti per una “nuova” Taranto ma sopratutto dei managers di esperienza consolidata e non “lottizzata” che sappiano portarli avanti e con una squadra di gente preparata e competente. Verri ha già lavorato , nello stesso tempo che lavorava per Matera 2019, con la Regione Puglia per il programma “Puglia 365”. Adesso per un progetto di rinascita della città dei due mari, serve solo un segnale serio e concreto da Roma. Arriverà ? Lo speriamo.