ROMA – L’Autorità Antitrust ha avviato un’istruttoria sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca per verificare gli effetti sulla concorrenza dell’operazione che potrebbe portare la prima banca del Paese ad acquisire il quarto istituto. La Guardia di Finanza su mandato dell’Authority, è andata ieri in tarda mattinata nelle sedi di Intesa, Ubi e Mediobanca, advisor di Intesa, per acquisire documenti e informazioni.
L’acquisizione della documentazione effettuata della Guardia di Finanza, è avvenuta come da prassi dopo che l’Antitrust ha avviato un’istruttoria sull’Ops annunciata da Intesa Sanpaolo nei confronti di Ubi a seguito della comunicazione dell’operazione all’Autorità da parte della banca guidata da Carlo Messina.
L’istruttoria è propedeutica per verificare tutti i passaggi necessari per ricostruire la motivazione che ha indotto Intesa Sanpaolo a concepire l’offerta. Tutto questo in attesa che Bce e Consob diano il via libera all’Ops. Da quanto trapelato le operazioni di verifica riguardano anche Unipol e Bper, alla quale verrebbero ceduti circa 500 sportelli di Ubi Banca se l’Ops andasse in porto. A questo punto è evidente che l’intera operazione è a rischio.
Se l’Opa lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca dovesse andare in porto, nascerebbe un colosso finanziario che, per dimensione dell’attivo e per valore di Borsa, sarà tra i leader del settore in Europa posizionandosi, rispettivamente, al 7° ed al 3° posto in graduatoria.
L’ Antitrust rileva che l’acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo di UBI Banca è in grado di modificare “significativamente sotto due profili ” il contesto bancario . Da un lato privando il sistema “di un operatore di medie dimensioni quale Ubi Banca, che in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni” a fianco di Intesa e Unicredit. Dall’altro facendo venir meno “la sostanziale simmetria fra Intesa e Unicredit, con l’importante di crescita della prima” .