ROMA – Era il 15 novembre 2013 quando il Fatto Quotidiano pubblicò nella sua edizione online diretta da Peter Gomez l’articolo dal titolo “Ilva, la telefonata choc di Vendola: risate al telefono per le domande sui tumori” a firma dei giornalisti Francesco Casula e Lorenzo Galeazzi, con un video montato da Samuele Orini, che il giudice dott. Giuseppe Marseglia della 1a sezione civile del Tribunale di Bari in sezione monocratica ha ritenuto essere diffamatorio. Vendola è stato assistito in tribunale dagli avvocati Francesco Tanzarella e Marica Bianco.
Il giudice con la sua sentenza ha accertato il travalicamento del diritto di cronaca e la conseguente lesione della reputazione personale e professionale di Nicola (per tutti Nichi ) Vendola, e condannato l’ Editoriale II Fatto s.p.a., Peter Gomez Homen, Lorenzo Galeazzi, Francesco Casula e Samuele Orini, nelle rispettive qualità ed in solido tra loro, al pagamento in favore di Vendola della somma di €. 40.000,00, oltre interessi legali dal deposito della sentenza emessa lo scorso fino all’effettivo soddisfo a titolo di risarcimento del danno.
Ma non solo. Infatti il giudice barese Marseglia ha rigettato la domanda riconvenzionale di parte convenuta, e disposto anche la rimozione dell’articolo in questione dal sito del Fatto Quotidiano, disponendo altresì la pubblicazione a spese dei convenuti in solido, del testo per estratto della sentenza emessa, sul sito web dell’edizione online del giornale “Il Fatto Quotidiano”, per un periodo di tempo non inferiore a 6 mesi.
Incredibilmente però il Fatto Quotidiano ha pubblicato la sentenza ma non ha ancora rimosso dal web il video-servizio giornalistico diffamatorio. E questa inosservanza adesso potrebbe costare ulteriormente come da sentenza la multa di 500 euro al giorno dal 24 marzo ad oggi , e cioè di altri circa 30 mila euro !
AGGIORNAMENTO. Ecco chi è Francesco Casula