ROMA – Questa mattina i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi)
di Taranto, sono intervenuti sul litorale di San Vito (TA) per condurre una delicata operazione subacquea tesa a rimuovere e distruggere una bomba d’aereo da 500 libbre risalente alla seconda guerra mondiale.
L’attività di bonifica è stata richiesta dalla Prefettura di Taranto a seguito della segnalazione, da parte di un privato cittadino alla locale Capitaneria di Porto, circa il rinvenimento di un grande manufatto, riconducibile ad un residuato bellico, prossimo alla scogliera di uno stabilimento balneare e posto alla profondità di soli 5 metri.
L’intervento degli operatori di Comsubin ha permesso di riconoscere l’oggetto segnalato come una bomba d’aereo alleata da 500 libbre, contenente circa 120 Kg di esplosivo ad alto potenziale, che giaceva a 300
metri dalla costa da oltre 70 anni. L’ordigno esplosivo, delicatamente rimosso dal fondo, è stato rimorchiato a distanza fino a raggiungere una
zona di sicurezza, individuata dalla competente Autorità Marittima, dove è stato distrutto attraverso le consolidate procedute in uso al Gruppo Operativo Subacquei tese a preservare l’ecosistema marino.
Al termine dell’operazione, il Tenente di Vascello Marco Tullio
Cicerone comandante del Nucleo SDAI di Taranto, ha così spiegato il loro intervento: “Sulla base della richiesta della Prefettura siamo intervenuti d’urgenza in un punto posto a soli 300 metri di distanza dalla battigia di uno stabilimento balneare in località San Vito, Taranto, per verificare quanto segnalato da un coscienzioso cittadino circa la presenza sul fondo di un probabile grande ordigno esplosivo. Grazie a questa tempestiva segnalazione abbiamo avuto la possibilità di rimuovere una pericolosa bomba d’aereo, risalente alla seconda guerra mondiale. È doveroso ricordare che chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili ad un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare”.