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22 Luglio 2024 13:25
22 Luglio 2024 13:25

Il Tribunale di Napoli convalida l’arresto di Fede: “Uomo intelligente e furbo”

Secondo l'accusa della procura napoletana rappresentata dal pm Gloria Sanseverino, Emilio Fede è evaso dalla detenzione domiciliare a cui ancora era ristretto, e non era mai arrivata l'autorizzazione al viaggio del magistrato di Sorveglianza di Milano.

ROMA – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Fabio Provvisier, ha convalidato il fermo per Emilio Fede ma si è dichiarato incompetente territorialmente trasmettendo gli atti al Tribunale di Milano per competenza territoriale. Adesso quindi Fede che dovrà fare immediato ritorno a Milano dove era detenuto ai domiciliari nnella sua abitazione, dove resta in regime di arresti domiciliari, dovendo scontare una condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi per i fatti legati al processo Rubygate.
 

Il giornalista Emilio Fede deve scontare altri 7 anni di detenzione

Lunedì sera il giornalista, ex direttore del Tg4è stato arrestato mentre era a cena in in locale del lungomare di Napoli per festeggiare il suo ottantanovesimo compleanno che sarebbe caduto alla mezzanotte.

Un tenente dei Carabiniere in borghese gli si è avvicinato invitandolo gentilmente segno di seguirlo e su richiesta di Fede lo ha scortato all’Hotel Santa Lucia dove il giornalista aveva deciso di alloggiare a Napoli fino all’indomani.

Emilio Fede fermato ed arrestato nel ristorante a Napoli

Secondo l’accusa sostenuta dal pm Gloria Sanseverino della procura di Napoli, Emilio Fede è evaso dalla detenzione domiciliare a cui ancora era ristretto, e non era mai arrivata l’autorizzazione al viaggio del magistrato di Sorveglianza di Milano.

Emilio Fede che ha rinunciato a presenziare in Tribunale a Napoli è stato difeso dall’avvocato Gennaro Demetrio Paipais che sostituiva per delega il collega milanese Salvatore Pino, Fede deve fare comunque ritorno a Segrate, nella sua abitazione, dove resta in regime di arresti domiciliari, dove sta scontando una condanna a 4 anni e 7 mesi per i fatti legati al Rubygate.

ordinanza-Emilio-Fede

Nell’ordinanza di convalida dell’ arresto, il Gip di Napoli ha sostenuto che l’eccezione di incompetenza territoriale, sollevata dagli avvocati Paipais e Salvatore Pino del Foro di Milano, era da ritenersi fondata in quanto “come si evince anche dal capo di imputazione, il fatto è stato commesso in Segrate (Milano) e solo accertato a Napoli“. Il tribunale di Sorveglianza di Milano, fra le prescrizioni della sua detenzione domiciliare, dal mese di ottobre 2019 aveva autorizzato Emilio Fede, a lasciare il proprio domicilio esclusivamente per motivi di cura.

Il gip Fabio Provvisier nell’ordinanza scrive “…se a ciò si aggiunge che lui, in qualità di uomo intelligente e furbo ha fin da subito dichiarato spontaneamente che era a Napoli per motivi di cura, allora questa circostanza, unitamente all’età e al fatto che oggi è il suo compleanno, affievoliscono notevolmente il fuoco del dolo dell’evasione” aggiungendo “Ed invero in ragione dell’avanzata età dell’indagato e da quanto dichiarato dallo stesso al momento dell’arresto, è verosimile che egli, pur essendo a conoscenza della propria condizione di detenuto, si sia allontanato dalla propria abitazione nella erronea convinzione di potersi recare senza autorizzazione in altri luoghi per ragioni di cura e , nell’occasione, far visita alla moglie e con la stessa festeggiare il suo compleanno.

Le motivazioni della sentenza definitiva

Il 14 aprile 2019 la Cassazione aveva confermato la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione, sanzionata dalla Corte di Appello di Milano, per l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, accusato di “favoreggiamento” e “tentata induzione della prostituzione” insieme a Nicole Minetti, già consigliera regionale in Lombardia, condannata a 2 anni e 10 mesi per il solo favoreggiamento della prostituzione.

Ruby-Karima El Mahroug, Emilio Fede e Nicole Minetti

Il processo Ruby bis era nato dall’inchiesta sulle serate nella Villa di Arcore dell’ex premier Silvio Berlusconi e la Suprema Corte ha confermato la condanna arrivata in appello nel maggio dell’anno scorso. Ruby «rubacuori» all’anagrafe Karima El Mahroug, di origini marocchine, è la giovane donna che, appena 17enne, involontariamente diede il via al più grande scandalo politico-sessuale della storia italiana. L’allora primo ministro, Silvio Berlusconi, cercò di farla passare per nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak parlando con i funzionari della Questura di Milano per farla rilasciare dopo un fermo per un furto, “affidandola” a Nicole Minetti.

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