Il plenum del Csm presieduta dal presidente Sergio Mattarella, questa mattina riunito in seduta nel Salone delle Feste del Quirinale, ha eletto Pietro Curzio primo presidente della Corte di Cassazione, con voto quasi unanime, ad eccezione dell’astensione del consigliere laico Stefano Cavanna (Lega) che non ha votato.
Mammone ha ricordato la “comune” provenienza di giuslavoristi. Il Procuratore generale della Suprema Corte Giovanni Salvi ha sottolineato la piena “convergenza” del Csm su Curzio e l’importanza di questo “percorso“. Salvi ha parlato di Curzio come un magistrato “appassionato, aperto alla società e ai suoi contributi“, e ha citato l’Ecclesiaste che esorta a ‘non essere eccessivamente giusto nè eccessivamente saggio‘ e che lo stesso Curzio ha citato come ispirazione nel suo libro di memorie ‘Quasi saggio‘.
Il nuovo primo presidente della Cassazione Pietro Curzio “saprà svolgere l’impegnativo incarico con consapevolezza e lungimiranza, contribuendo a promuovere quel rinnovamento nel governo autonomo di cui vi è necessità da tutti avvertita” ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al plenum del Csm. “Congratulazioni al presidente Curzio per la sua nomina a Primo Presidente“, ha aggiunto ancra Mattarella. “Dalla relazione e dagli interventi svolti è emerso l’eccellente profilo professionale del presidente Pietro Curzio, lo spessore e la varietà delle sue esperienze giudiziarie. Con la sua attività di studio ha contribuito al dibattito dottrinario e offerto il suo apporto all’attività formativa del Csm“.
Mattarella ha ringraziato il Primo presidente uscente della Cassazione, Giovanni Mammone dicendo: “Il presidente Curzio succederà tra qualche giorno al presidente Giovanni Mammone che desidero ringraziare molto per l’impegno profuso nella sua lunga eccellente, apprezzata attività di magistrato. Negli anni in cui ha guidato il Consiglio ha svolto il suo ruolo con ragionevolezza e pacatezza dimostrandosi aperto al dialogo e al confronto così da motivare i magistrati e il personale amministrativo. Il suo contributo è stato prezioso anche per l’attività del Consiglio superiore nell’ambito del quale ha agito senza alcun condizionamento e con equilibrio. Al presidente Mammone rivolgo un saluto riconoscente e i migliori auguri per il suo futuro”.
Mammone si è ritrovato a dover gestire il terremoto giudiziario causato dalla deflagrazione del caso Palamara all’interno del comitato di presidenza del Csm (composto dal vicepresidente del Csm, dal Primo presidente della Cassazione e dal Procuratore generale della stessa Corte). Elogi sono arrivati anche dal vicepresidente del Csm David Ermini, secondo cui Mammone è un “modello di magistrato lasciato ad esempio alle giovani generazioni. Un giudice pienamente collocato nel contesto europeo, consapevole della necessità del dialogo e della cooperazione tra le diverse Corti, nazionali e sovranazionali”.
Curzio, 77 anni, ha iniziato la sua carriera come pretore di provincia a Ruvo di Puglia, poi è passato come pretore del Lavoro a Bari, compiendo una lunga carriera che lo ha portato fino al vertice della Cassazione, subentrando a Giovanni Mammone, che oggi è stato celebrato ed “omaggiato” da tutte le donne del Csm.
Una scelta ampiamente prevista nei giorni scorsi, col nome di Curzio, “legato” alla corrente di sinistra delle toghe di Magistratura Democratica, essendo stata la sua candidatura proposta dalla Quinta commissione del Csm all’unanimità. Una sinistra giudiziaria “pigliatutto” nella magistratura, dopo la nomina avvenuta lo scorso novembre del procuratore generale Giovanni Salvi, anch’egli esponente di Magistratura Democratica.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato sulla nomina di Curzio, che il magistrato “certamente saprà svolgere con consapevolezza e lungimiranza l’impegnativo incarico” evidenziando e ribadendo ancora una volta il bisogno di contribuire “a promuovere quel rinnovamento del governo autonomo di cui vi è necessità da più parti avvertita”.
Il plenum del Csm, dopo la seduta “mattiniera” al Quirinale, è quindi proseguito nella sede istituzionale di Palazzo dei Marescialli per eleggere il presidente aggiunto. Una nomina “rosa” nella persona dell’attuale presidente della Corte di appello di Firenze, Margherita Cassano, 64 anni, in magistratura dal 1980, prima donna a ricevere un incarico di alto vertice nella magistratura italiana. Anche il vicepresidente del Csm David Ermini ha votato per la Cassano che sarà la “vice” del Primo presidente Pietro Curzio.