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22 Novembre 2024 16:00

Il nuovo ponte di Genova riaperto al traffico

Le prime auto sono transitate sul ponte Genova-San Giorgio il viadotto tutto d'acciaio, con un flusso regolare. ed è finalmente aperto alle auto, ai grandi tir che vanno verso il porto, aperto all'Italia e all'Europa del Nord Ovest ed hanno salutato l'apertura del nuovo ponte , suonando i clacson mentre i motociclisti hanno fatto il segno della vittoria con una mano. Adesso finalmente il ponente e il levante della città di Genova sono ‘ricollegati’.

Il viadotto Genova-San Giorgio, sulla A10, inaugurato lunedì al termine delle verifiche compiute dalla Direzione di Tronco di Genova di Aspi e dopo che la struttura commissariale è intervenuta per rifare un piccolo tratto di asfalto, e’ stato riaperto al traffico veicolare. L’apertura è avvenuta alle 22:00, cioè due ore dopo rispetto a quanto era stato previsto. Adesso finalmente il ponente e il levante della città di Genova sono ‘ricollegati’.

Le prime auto sono transitate sul ponte Genova-San Giorgio
il viadotto tutto d’acciaio, con un flusso regolare. ed è finalmente aperto alle auto, ai grandi tir che vanno verso il porto, aperto all’Italia e all’Europa del Nord Ovest ed hanno salutato l’apertura del nuovo ponte , suonando i clacson mentre i motociclisti hanno fatto il segno della vittoria con una mano. Il traffico scorre in entrambi i sensi di marcia.

Dopo la cerimonia di inaugurazione di lunedì, alla quale è mancata la caratteristica della festa- vuoi per la pioggia, vuoi per pudore nei confronti dei familiari delle vittime , oggi l’ufficio del Commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera ha pronunciato la sua ultima parola di questa storia infinita, cedendo a Autostrade per l’Italia l’esercizio della viabilità sul nuovo viadotto.

Un atto necessario, dopo il rilascio del certificato di agibilità di Anas, per far riprendere la circolazione dei mezzi su quel nastro lungo 1.067 metri e fatto di acciaio e bitume che tanto vogliono dire per il traffico cittadino e interregionale, per l’economia di una regione e per il saper fare del Paese. Dopo la cessione dell’esercizio, Aspi ha compiuto i suoi primi passi – passi veri prima e passi burocratici poi – sul quel ponte che una volta sgombrato da gonfaloni e bandiere sembra sempre di più il ponte di una nave.

Il Direttore di Tronco Mirko Nanni assieme a alcuni tecnici e ingegneri specializzati, ha effettuato un sopralluogo per verificare se il tratto di autostrada dove ieri è stata allestita la zona per la cerimonia fosse tornato alla normalità, se i guardrail che erano stati rimossi fossero stati risistemati al loro posto, se il fondo stradale non avesse subìto i danni. Al termine della verifica, steso e firmato un verbale di sopralluogo secondo le procedure previste, è stato finalmente dato il via libera all’apertura del ponte al traffico stradale

Le indagini nate dal crollo del viadotto proseguono e vanno avanti. La procura di Genova ha acquisito le due lettere di contestazione le quali erano state inviate ai pm dal Mit, che l’ispettore Placido Migliorino ha inviato ad Aspi nelle quali si parla di un “grave inadempimento” per i cantieri sulla rete genovese e “i termini di attuazione del cronoprogramma dei lavori e delle ispezioni delle gallerie liguri”.

Aspi scrive al governo, in due lettere cambia rotta. In una prima lettera del 14 luglio un meccanismo con una scissione proporzionale, un aumento di capitale riservato a Cdp e l’ingresso di nuovi soci, con risorse da riservare agli investimenti e al ripianamento del debito, prima di arrivare alla quotazione.

In una seconda missiva, con la data di oggi, due diverse proposte che prevedono da una parte una processo di vendita competitivo, al quale Cdp “potrà” partecipare oppure un processo di scissione con la creazione di una società da quotare creando una public company. E’ il cambio di rotta deciso, che modifica lo schema iniziale, quello contenuto in due lettere che Autostrade per l’Italia ha inviato agli interlocutori di governo. Tra le due scadenze, certo, un confronto che non ha ancora portato ad un accordo.

Genitori di una vittima: ‘La festa aumenta il nostro dolore . “Altro che festeggiamenti, altro che orgoglio nazionale. Il nuovo ponte di Genova non è una rinascita, ma il simbolo del fallimento e di 43 vite ingoiate da un ponte fatiscente che qualcuno ha permesso crollasse in qualche modo” hanno detto dichiarato i coniugi Franco e Daniela Fanfani, in un’intervista rilasciata al quotidiano toscano La Nazione: sono i genitori di Alberto Fanfani, medico morto a 32 anni nel crollo del ponte Morandi insieme alla fidanzata Marta Danisi, 29 anni, mentre lui la accompagnava ad Alessandria dove aveva ottenuto in ospedale il posto a tempo indeterminato come infermiera.

Le celebrazioni per l’inaugurazione del nuovo ponte ‘Genova San Giorgio’, ha affermato Franco Fanfani, “è insopportabile per chi come noi ha perso un proprio caro. Serve solo a aumentare il dolore che mia moglie e io portiamo dietro, come tutte le altre famiglie coinvolte. Non è una una rinascita, non c’è niente da celebrare. Altro che sfilate dei politici“. Daniela Fanfani ha parlato di “pianto e dolore. Ogni ponte che vedo mi si chiude lo stomaco. Altro che passerelle. I politici e gli amministratori avrebbero dovuto mettersi sotto il ponte, chinare la testa e vergognarsi di ciò che è successo”. La madre di Alberto ha ricordato che suo figlio “stava accompagnando la fidanzata ad Alessandria, all’ospedale dove aveva ottenuto il contratto a tempo indeterminato come infermiera. Lui stava per prendere la specializzazione in medicina” . ” Adesso potrò fare il medico come sogno da sempre” le aveva detto con orgoglio. I due giovani anche fissato la data delle nozze: 25 maggio 2019. “Erano felici. Erano insieme. E insieme sono morti in quel maledetto crollo“.

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