Firmato oggi presso la Prefettura di Taranto, il contratto di appalto per l’esecuzione dei lavori di realizzazione della mega struttura sanitaria Ospedale “San Cataldo”. Il “San Cataldo” sarà una struttura ospedaliera che in 13 mesi dovrebbe consegnare l’ospedale promesso da anni ai tarantini e all’intera provincia ionica.
Impresa appaltatrice è l’ATI (Associazione temporanea di imprese) guidata dalla barese Debar del noto costruttore Domenico De Bartolomeo (ex presidente di Confindustria Puglia) , di cui fanno parte anche consorzio Com, Cn Costruzioni, Edilco, Mazzitelli e Icoser, gruppo che si è impegnato a terminare i lavori in 399 giorni lavorativi rispetto ai 1245 giorni indicati come base di gara, grazie a tre turni giornalieri lavorativi di 8 ore l’uno, uno dei quali notturno, per un corrispettivo di spesa di 122.398.294 euro.
Alla firma erano presenti il Prefetto di Taranto Demetrio Martino, il Sottosegretario di Stato Mario Turco, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il Responsabile Unico di Contratto Gennaro Capozza ed il Direttore Generale della Asl di Taranto, Stefano Rossi,
L’opera prevede la realizzazione di 715 posti letto e sorgerà in prossimità della Statale 7, lungo la nuova direttrice di collegamento tra Taranto e San Giorgio Jonico, finanziata nell’ambito dell’Accordo Quadro «Benessere e Salute” sottoscritto dal Ministero della Salute con la Regione Puglia.
Il nuovo ospedale farà ricerca scientifica, per occuparsi delle malattie specifiche del luogo, di Pediatria, Medicina del Lavoro, oncologia pediatrica, oncologia in genere, tutti settori che adesso sono presenti nel vecchio ospedale Santissima Annunziata, che mette in difficoltà tutti gli operatori e soprattutto i pazienti.
Il Prefetto di Taranto con una nota ufficiale ha ricordato che questa iniziativa è il frutto del lavoro di questi mesi portato avanti in sinergia tra Governo, Prefettura, Regione Puglia ed Enti territoriali, nell’ambito del CIS Taranto, che si riunisce sistematicamente in Prefettura, ha sottolineato come l’opera avrà da un lato la rilevante utilità sociale di potenziare il sistema sanitario a vantaggio della comunità tarantina, dall’altro anche il merito di dare attuazione alla capacità di spesa per gli interventi ricompresi del CIS immettendo peraltro nel circuito economico della provincia, che versa in una fase di recessione, la rilevante somma di circa 120 milioni di euro.