di REDAZIONE ECONOMIA
Secondo il contratto firmato a suo tempo le rate degli affitti per la gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto dovessero essere pagati in anticipo all’ Ilva in amministrazione straordinaria, il gruppo Arcelor Mittal si è subito manifestato moroso per 45 milioni di euro, motivo per cui è nato un contenzioso legale.
Su questa vicenda è in corso un procedimento di mediazione acceso dalle parti e secondo quanto risulta al CORRIERE DEL GIORNO, ieri mattina presso la Camera di Commercio di Milano, si sarebbe svolta il secondo incontro fra i consulenti legali delle rispettive parti delle parti, dopo la prima tenutasi in estate.
In rappresentanza dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria Francesco Ardito, Alessandro Danovi, ed Antonio Lupo, erano presenti i legali guidati dall’ Avv. Giuseppe Lombardi (Studio Bonelli, Erede e Lombardi), mentre per il gruppo leader dell’acciaio nel mondo con sede in Lussemburgo, i legali dello studio Cleary Gottlieb. Dopo il versamento effettuato da ArcelorMittal Italy per i canoni di marzo e aprile, vi è stato il mancato pagamento per complessivi 45 milioni delle due rate trimestrali maggio-giugno-luglio ed agosto-settembre-ottobre 2020.
Il ritardo secondo ArcelorMittal Italy stato dovuto al Covid-19 che ha condizionato l’attività nello stabilimento di Taranto. Ma se l’affittuario che potrebbe diventare proprietario dell’Ilva, è moroso di un paio di rate, il gruppo franco-indiano lamenta un ipotetico credito di 6 milioni di euro richiesti ai commissari, in relazione a dei lavori di bonifica effettuati dimenticando però che in realtà tutti i lavori di bonifica, contrattualmente, erano a loro esclusivo carico.
Durante la riunione di ieri, i legali di ArcelorMittal avrebbero proposto il pagamento dei 45 milioni di euro in due rate: una prima metà all’atto della firma dell’accordo di mediazione, l’altra metà successivamente comprendendo nell’accordo anche la somma dei 6 milioni pretesi da Arcelor Mittal nei confronti di Ilva in Amministrazione Straordinaria e che sarebbero stati già spesi. Somma questa che verrebbe prelevata dal fondo a disposizione dei commissari, costituito dai soldi confiscati alla famiglia Riva la cui gestione ha delle modalità di prelievo particolari.
Gli avvocati dello Studio Bonelli Erede avrebbero richiesto anche alcuni approfondimenti e chiarimenti sulla proposta del gruppo franco-indiano, ed in particolare avere delle garanzie sui tempi di incasso della seconda rata. Peraltro va considerato anche che Intesa Sanpaolo aveva rilasciato per conto di Arcelor Mittal Italia, all’atto della stipula del contratto, una fidejussione di 90 milioni a prima richiesta, che i commissari stavano per escutere alla fine dello scorso agosto.
I rispettivi legali hanno quindi programmato un successivo incontro per definire la mediazione, il cui accordo sull’affitto da pagare potrebbe di fatto chiarire le strategie sui reali interessi di ArcelorMittal per il riassetto dell’ILVA. O chiedere la rescissione contrattuale che prevede una penalità da pagare in uscita, di 500 milioni di euro.
Nel frattempo finalmente i “cassieri” della Morselli a Taranto hanno iniziato a saldare le fatture scadute con le imprese dell’indotto che a loro volta vantavano crediti per oltre 40 milioni di euro.