di REDAZIONE POLITICA
Nel dibattito finale di Nashville questa volta si è potuto capire qualcosa. Il dibattito tra il presidente uscente degli Stati Uniti d’ America Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden è stato più corretto e civile della precedente rissa verbale di Cleveland, grazie anche al prezioso lavoro dei consiglieri del presidente che lo hanno convinto che sarebbe stato meglio e nel suo interesse lasciar parlare l’avversario, sperando in qualche scivolone.
I repubblicani sono soddisfatti, perché Trump è riuscito a spiegare meglio le sue posizioni, anche se non c’è stato il colpo del ko , ed ora si chiedono se a dieci giorni dal prossimo voto del 3 novembre c’è ancora il tempo per invertire i sondaggi, che lo danno perdente a livello nazionale e nella maggior parte degli Stati chiave.
E’ emersa dal dibattito la profonda differenza nella visione tra i due candidati, dall’ambiente alla politica estera , dall’economia al Covid , dall’immigrazione alle tensioni razziali. Come facilmente, Trump è partito subito all’attacco accusando Biden di aver ricevuto soldi dalla Cina e dalla Russia, attraverso gli affari del figlio Hunter. Ma Joe Biden gli ha risposto così: “Io non ho mai preso un penny da alcuna entità straniera. Tu invece hai un conto bancario in Cina, non paghi le tasse, e nascondi la tua dichiarazione dei redditi. Perché non la pubblichi? Cos’hai da nascondere?“.
La discussione si è subito concentrata sull’epidemia del Covid-19, e Trump ha cercato di difendere la sua gestione: “Non è colpa mia, ma della Cina. Io però ho bloccato subito i voli dalla Repubblica popolare, mentre Biden mi accusava di essere uno xenofobo. I vaccini verranno annunciati a breve, così come le cure. Stiamo svoltando l’angolo, stiamo imparando a vivere con il virus“. Ma Biden ha replicato: “Stiamo imparando a vivere col Covid? Ma per favore! Stiamo morendo per il Covid. In America hanno perso la vita oltre 220.000 persone: chiunque sia responsabile di una cosa del genere non merita di continuare a fare il presidente“.
Sull’economia il capo della Casa Bianca ha ripetuto di aver creato la più ricca di sempre negli Usa, prima che “la peste cinese la bloccasse. Ora però stiamo ripartendo, e se Biden vincerà le elezioni ci farà precipitare in una recessione mai vista“. Il candidato democratico allora ha replicato così: “La verità è che le famiglie americane stanno soffrendo, e voi repubblicani state bloccando al Senato il passaggio del pacchetto economico per aiutarle“.
Sulla razza, Donald ha detto che “sono il presidente che ha fatto di più per gli afro americani, forse dopo Lincoln“. Biden allora lo ha preso in giro: “Abramo Lincoln qui è il presidente più razzista mai avuto dagli Usa. Nega anche l’esistenza del problema. Io invece ho un programma per dare a tutti le stesse opportunità“. Trump allora gli ha replicato: “Ma se avevi tutte queste belle idee, perché non le hai realizzate quanto eri vice presidente?” ricevendo immediata risposta: “Perché i repubblicani avevano la maggioranza al Congresso e bloccavano tutto“.
Il momento forse più memorabile è però quando si parla dei bambini separati dai genitori al confine e ancora in dei centri di contenimento, molti dei quali ora non si trovano più. Almeno 500 di loro, hanno perso ogni traccia dei genitori: “Li avete strappati alle madri e ora sono soli, non sanno dove andare“. E Biden ha caricato: “Questo è criminale“. Trump invece a sua volta ha accusato lo sfidante di voler nazionalizzare la sanità, togliendo le assicurazioni private a 180 milioni di americani.
Trump è risultato meno aggressivo, Biden più lucido. Ma nel finale di un confronto soprattutto difensivo, sono tutti e due stanchi. Le dichiarazioni finali del presidente risultano fumose: “Ho dato lavoro a tanti afroamericani, so come mettere a posto le cose“. L’avversario si rivela soprattutto retorico: “Sarò il presidente di tutti…” .
Secondo un sondaggio a caldo della Cnn, il 53% degli spettatori pensa che il dibattito lo abbia vinto Biden, e solo il 39% Trump. Di sicuro il presidente è uscito da Nashville meglio che da Cleveland, ma con circa 50 milioni di americani che hanno già votato, non è facile immaginare come questo confronto possa cambiare la dinamica delle elezioni.