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3 Luglio 2024 12:18
3 Luglio 2024 12:18

Il Tribunale smentisce la sovrintendenza: il bando di affitto della Gazzetta del Mezzogiorno va avanti

La Soprintendente probabilmente pungolata da qualcuno aveva contestato la procedura di fitto di ramo di azienda che scade il 20. Ma secondo il Tribunale Fallimentare : non esiste alcun rischio di smembramento

Come facilmente prevedibile per chi capisce qualcosa di legge, il Tribunale Fallimentare di Bari ha confermato la legittimità del bando predisposto dai curatori fallimentari per l’affitto del ramo di azienda di Edisud, la società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, dichiarata fallita lo scorso giugno che opera in esercizio provvisorio fino al 20 novembre, quando il giornale barese cesserà la pubblicazione in attesa di tempi migliori.

Il giudice delegato Raffaella Simone ha quindi rigettato l’anomala richiesta della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia che ne chiedeva il ritiro. Secondo le motivazioni del Tribunale, il trasferimento della detenzione dell’archivio all’aggiudicatario del bando di affitto del ramo di azienda della società Edisud, diversamente da quanto sostenuto dalla Soprintendenza, non comporta alcuna violazione del divieto di smembramento dell’archivio (comprensivo della testata La Gazzetta del Mezzogiorno) “mutando semplicemente il soggetto detentore“.

Nei giorni scorsi i giornalisti del quotidiano barese al termine della solita assemblea, avevano approvato un documento (inutile, come i fatti hanno dimostrato) con il quale a poco meno di due settimane dalla fine dell’esercizio provvisorio, contestavano il corretto bando predisposto dei curatori prof. Michele Castellano e dott. Gabriele Zito, sostenendo che non conterrebbe sufficienti garanzie per la prosecuzione delle pubblicazioni. Ma in redazione evidentemente o hanno molta presunzione o cattivi consiglieri e consulenti.

Quello che i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno purtroppo (per loro) non riescono a capire è che le rivendicazioni sindacali sono estranee al legittimo corso di una procedura fallimentare, e che non è con lo scontro, i lamenti e l’alzata di scudi che risolveranno i problemi che hanno portato al fallimento ed alla chiusura (provvisoria) di cui sono stati protagonisti e co-responsabili.

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