di FRANCO BECHIS*
Due leader politici annunciano il lockdown per le feste di Natale. Il primo parla con la voce rotta dal pianto, ammette che le misure che aveva preso non hanno funzionato come aveva pensato. Chiede scusa, comunica il numero dei morti che “è inaccettabile”. Ha sbagliato, ma bisogna salvare vite umane.
Annuncia le chiusure per il periodo di Natale, e assicura che chiunque sia chiuso verrà risarciti al 75% di quel che aveva perso. Fin qui con un limite massimo di 200 mila euro, da domani di 500 mila euro. Ha fatto anche un altra scelta: multe salate e addirittura reato penale per chi vende o acquista botti, razzi e fuochi di artificio: “Non possiamo permetterci pronto soccorso pieni di feriti quella notte in queste condizioni”.
Anche il secondo leader parla al Paese. Dice che le misure prese sono state un successo: sta piegando la curva del virus. Non ha sbagliato proprio nulla. Però bisogna chiudere tutto lo stesso. Perché il suo popolo non può rivendicare gli stessi successi: “Sono indignato degli assembramenti visti nelle vie dello shopping. Siete irresponsabili”.
Non una parola sui risarcimenti: “Vi abbiamo ristorato già”. Non una parola su fuochi di artificio, razzi e botti. Non una sui morti, che non ha mai citato da inizio pandemia per non sembrare lugubre e perdere qualche virgola nei sondaggi. C’è un leader meraviglioso e un Paese di imbecilli da tenere alle redini.
Il primo leader è Angela Merkel. Il secondo Giuseppe Conte. Trovate le differenze.
*direttore del quotidiano IL TEMPO