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22 Novembre 2024 02:20

Covid. I compromessi nel Governo Conte continuano…

Lo scontro sulla scuola rischia di essere un'ulteriore coda velenosa che si respira nell'aria di pre-crisi del Governo Conte bis. Le ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti esplodono proprio nello stesso momento quando Matteo Renzi in tv torna ad attaccare frontalmente il premier Giuseppe Conte. Il clima è tesissimo. Il M5S se la prende anche con la ministra Paola De Micheli. "L'organizzazione dei trasporti è stata totalmente assente", critica una fonte di governo del Movimento 5 Stelle.

di REDAZIONE POLITICA

Nel Consiglio dei ministri notturno chiamato a dare il via libera al nuovo decreto anti-Covid che entrerà in vigore il 7 gennaio vi è stato uno scontro all’arma bianca all’interno della maggioranza, segno della profonda tensione di questi giorni. Ancora una volta, il terreno dello scontro è stato sulla scuola.

L’ultimo decreto del presidente del Consiglio prevedeva il rientro al 50% a partire dal 7 gennaio . Ma nel pomeriggio diverse Regioni, tra cui Veneto, Marche, Sardegna e Friuli, hanno emanato proprie ordinanze per far slittare la riapertura degli istituti scolastici. Ordinanze che oggi il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, oggi chiederà di ritirare in modo da uniformare su tutto il territorio: se le regioni governate dal centrodestra restano sullo slittamento, fanno sapere fonti del Governo, poi dovranno giustificare come si fa a rinviare la scuola ulteriormente e ad aprire la pista da sci.

Il ministro Dario Franceschini capodelegazione del Pd, Dopo una giornata di tensione tra Governo e Regioni sulla data del 7 gennaio , ha propone di rinviare l’apertura a partire almeno dal 15 gennaio. Ma le ministre di Italia Viva così non ci stanno parlando di “un caos inaccettabile sul capitolo scuola, segno di un fallimento del processo di riapertura e del ritorno sui banchi” venendo affiancate dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che dichiara: “I contagi non sono imputabili alla scuola, i nostri ragazzi hanno pagato fin troppo, basta chiedere sacrifici a loro”. Ad un certo punto nel mirino del M5S, finisce anche il ministro dei Trasporti Paola De Micheli.

La riunione sebbene diversi ministri giungano a Palazzo Chigi alle 21 ha avuto inizio poco prima delle 22 ed è durata quasi tre ore, al termine era ormai pronto il decreto sulle restrizioni in vigore dal 7 al 15 gennaio – con il weekend del 9-10arancione” e una fascia “gialla rafforzata” negli altri giorni .

Questo significa che sabato 9 e domenica prossima 10 gennaio non ci si potrà spostare tra Comuni e i bar e i ristoranti saranno aperti esclusivamente per la vendita da asporto e fino alle 18, mentre i negozi resteranno aperti. Tutti gli altri giorni feriali, fino al 15 gennaio, data in cui sarà necessario scrivere un nuovo decreto, l’Italia sarà in zona gialla ma con alcune restrizioni da zona arancione, quindi stop alla mobilità tra Regioni e massimo due persone ospiti in una casa.

Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 7 e il 15 gennaio 2021 sono consentiti sull’intero territorio nazionale  gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Al tavolo del Consiglio dei Ministri , il Partito Democratico ha espresso una linea già esposta nel pomeriggio dal segretario Nicola Zingaretti: è necessario un rinvio sulla scuola. Franceschini ha posto il tema come una “questione politica”. Secondo i Dem sarebbe il 18 gennaio la data più adeguata per riaprire le superiori in presenza (al 50%) “Il rinvio è segno di un caos inaccettabile. Non si doveva arrivare a questo punto quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio“.

Lo scontro sulla scuola rischia di essere un’ulteriore coda velenosa che si respira nell’aria di pre-crisi del Governo Conte bis. Le ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti esplodono proprio nello stesso momento quando Matteo Renzi in tv torna ad attaccare frontalmente il premier Giuseppe Conte. Il clima è tesissimo. Il M5S se la prende anche con la ministra Paola De Micheli. “L’organizzazione dei trasporti è stata totalmente assente”, critica una fonte di governo del Movimento 5 Stelle.

Raggiunta la mediazione sulla data dell’11 gennaio, Palazzo Chigi dà semaforo verde al nuovo decreto che entrerà in vigore dal 7 gennaio introducendo, tra l’altro, un Rt più rigido per la classificazione di rischio regionali. Il decreto introduce una norma anche sui vaccini, secondo la quale, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, in quel caso sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione.

“Dal 7 al 15 gennaio 2021 è vietato – si legge nel decreto – nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma”.

Venerdì si riunirà la Cabina di regia che lavorerà però con nuovi schemi. Entreranno infatti in vigore soglie dell’Rt (l’indice di contagio) più stringenti: la zona “arancione” scatterà con una soglia di contagio dell′1 e non più dell′1,25; quella “rossa” scatterà con una soglia dell′1,25 e non più dell′1,50. Misure più rigide in attesa del piano vaccinale.

Sono 170.444 le persone a cui finora è stato somministrato il vaccino in Italia, pari al 35,5% rispetto alle dosi ad oggi consegnate. La Regioni con la percentuale più alta di vaccinazioni sono il Lazio (61,7%), la Toscana (56%) e il Veneto (55,6%). In coda alla classifica ci sono invece Lombardia (10,8%), Sardegna (7,5%), Calabria (5,2%) e Molise (1,7%).

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