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28 Novembre 2024 15:35

CONTE CERCA DI IMBROGLIARE TUTTI CON IL SUO RECOVERY PLAN. E CONFESSA: SE ALL’ UE LO CAPISCONO, ADDIO SOLDI

La clamorosa confessione del premier: “La più puntuale verifica del cronoprogramma dei progetti e il confronto con la Commissione europea relativo alla loro ammissibilità potrebbe determinare una riduzione dell'ammontare di risorse autorizzato”. In poche parole avverte che probabilmente quei 196,5 miliardi sbandierati come il suo "grande successo" potrebbero non arrivare tutti.

di REDAZIONE POLITICA

Incredibile ma vero ! Giuseppe Conte confessa i suoi “tarocchi” nello stesso documento che verrà inviato alla Commissione Europea per ottenere i soldi del “Recovery Plan”, un po’ come si fa nell’indicazione delle reazioni avverse possibili delle medicine .

Il premier è il primo a sapere molto bene e non a caso di avere redatto un piano di “serie B” per spendere quei soldi e che in Europa si fidano assai poco di lui al di là delle parole, e delle solite fake news distillate da Casalino. Adesso Conte avverte quasi di nascosto “può essere che quei soldi non arrivino tutti” nello squallido tentativo di mettere le mani avanti.

Ecco la clamorosa confessione del premier: “La più puntuale verifica del cronoprogramma dei progetti e il confronto con la Commissione europea relativo alla loro ammissibilità potrebbe determinare una riduzione dell’ammontare di risorse autorizzato”. In poche parole avverte che probabilmente quei 196,5 miliardi sbandierati come il suo “grande successo” potrebbero non arrivare tutti. Ma lo dice solo adesso…

Le critiche a Conte arrivano anche da Confindustria. “Abbiamo buoni rapporti con singoli ministri, ma nel complesso questo è stato un governo molto chiuso su se stesso. Non ci ha mai dato risposte: zero sul piano Italia 2030 che portammo agli Stati generali, zero sul piano 2030-2050 che abbiamo presentato all’assemblea generale”. dichiara Carlo Bonomi presidente di Confindustria in un’intervista al Corriere della Sera .

Bonomi in questa fase di crisi di Governo, chiede alla politica di uscire dalla gabbia dei personalismi: è la vera emergenza. Si tende troppo a personalizzare e a cercare lo scontro ideologico. Nessuno parla più della realtà, ma la realtà bussa alla porta e presenta il conto”.

Carlo Bonomi, presidente di CONFINDUSTRIA

“Mi auguro che ci sia un governo disponibile ad ascoltare chi ha dimostrato capacità di far crescere il Paese. Se vogliamo la decrescita felice, è un’altra storia – sottolinea il presidente di Confindustria -. Ma se invece vogliamo aprire la strada della ripresa si può immaginare che l’industria tutta sia una delle voci ascoltate, e non solo nel nostro interesse. Per esempio abbiamo detto che siamo disposti a mettere in discussione gli sgravi fiscali. Ma per generare risorse per la competitività. Non per cercare qualche dividendo elettorale aumentando la spesa corrente”.

Sul Recovery Plan Bonomi aggiungesiamo molto critici. Si è arrivati ad approvarlo senza dibattito nè confronto. Non ci hanno mai interpellati. Quanto alla sostanza, ho cercato di leggerlo più volte ma non ci ho trovato una visione. Non c’è il senso di quale Paese vogliamo costruire. Non si parla di come rendere la società più moderna, inclusiva, aperta ai giovani e alle donne. Non c’è un percorso per il Sud. Non sono indicate riforme, obiettivi, indicatori di performance. Non ci sono i rendimenti attesi degli investimenti. Quasi non si parla di fisco. Non è il progetto adatto a cogliere un’occasione unica”.

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