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5 Novembre 2024 13:15

RENATA POLVERINI PRIMA LI DEFINIVA “ZECCHE”, ADESSO LI VOTA !

"La Polverini con il suo voto a favore del Governo Conte si è messa fuori da Forza Italia" commenta il vice presidente di Fi, Antonio Tajani ai cronisti sul sì alla fiducia votata da Renata Polverini: "Non ci aveva detto nulla".

di REDAZIONE POLITICA

Era il 2011 quando Renata Polverini in un suo comizio a Genzano alle porte di Roma, di fronte alla contestazione di un gruppo di sinistra esplose contro gli estremisti. “Con me caschi male. So’ della strada come te, le manifestazioni le organizzavo quando tu c’avevi i calzoni corti. Non mi faccio mettere paura da una zecca come te”.

Adesso la Polverini vota per Conte insieme a quelle che definiva “zecche”. Francesco Storace sulle pagine del quotidiano romano IL TEMPO scrive: “Quel sì di Renata Polverini al governo di Giuseppe Conte ci ha gelato il sangue. Quella che è stata l’ultima presidente del centrodestra alla Regione Lazio ha varcato il Rubicone e nemmeno ce n’era bisogno, perché la maggioranza aveva a Montecitorio i voti ce li aveva di suo“.

“Certo, da tempo si parlava degli ondeggiamenti della Polverini – continua Storacedelle sue difficoltà a restare nella coalizione in cui è stata eletta anche in Parlamento. Ma il voto ad un governo moribondo rappresenta una vergogna oggettiva.  Perché è il governo che non ha saputo gestire la pandemia con quel carico di ottantamila morti. Non ha saputo aiutare quelle categorie costrette alla chiusura con ristori minimi. Non ha aiutato gli studenti e le loro famiglie a trovare una scuola in sicurezza”.

“A tutto questo, Renata Polverini ha girato le spalle – scrive StoraceCome se quel popolo che incorona chi si candida non debba contare mai nulla. È davvero un peccato, soprattutto per chi aveva nel suo curriculum l’elezione diretta e popolare alla guida della regione. Ecco, tutto questo non conta più nulla, è molto meglio mercanteggiare il proprio “onorevole” voto. La Polverini, per la sinistra, non è più il diavolo. Buon pro le faccia, ma abbiamo qualche dubbio sulla capacità di accoglienza per lei. A che serve un Parlamento così?

“Lascio Forza Italia, per forza. Non ho votato sì a un provvedimento, ho votato sì alla fiducia” al governo Conte. Così Renata Polverini, lasciando l’Aula della Camera spiega il suo voto che contribuito all’esecutivo di incassare 321 sì “Ho votato la fiducia, come ho sempre fatto nella mia vita mi sono assunta una responsabilità. Non condivido la crisi ora, con la pandemia, le persone in difficoltà, i licenziamenti. Non possiamo continuare a dire che tutto non va bene, io mi assumo le mie responsabilità. Punto“.

“La Polverini con il suo voto a favore del Governo Conte si è messa fuori da Forza Italia” commenta il vice presidente di Fi, Antonio Tajani ai cronisti sul sì alla fiducia votata da Renata Polverini: “Non ci aveva detto nulla”.

Cosa ci si poteva aspettare dall’ “abusiva” Renata Polverini ? Molti hanno dimenticato quando l’ormai ex parlamentare di Forza Italia viveva a scrocco in una casa del comune di Roma, a San Saba, una delle più belle zone della città, pagando insieme al marito un canone ridicolo (380 euro al mese, sanzioni comprese) rispetto ai normali prezzi di mercato della zona. 

L ‘ex governatrice della Regione Lazio (come scoprì un’inchiesta dell’Espresso nel 2011) ora “stampella” del Governo Conte, ha abitato in un appartamento dell’Ater per 15 anni insieme a Massimo Cavicchioli. A canone agevolato, senza che i due ne avessero alcun diritto. ed infatti Cavicchioli venne sfrattato dai vigili urbani mentre la Polverini si era trasferita in un’altra casa .

Nel 1989, anno in cui la Polverini si era trasferita all’Aventino, Cavicchioli e la “dura” Renata, invece, guadagnavano molto di più. Nel corso degli anni l’ex sindacalista dell’Ugl era arrivata a diventare segretario del sindacato, mentre il marito un ex sindacalista della Cgil ed esperto informatico, risulta infatti da lustri “occupante abusivo non sanabile“. 

Ma tutto questo per i suoi nuovi “compagni” di avventura del M5S , Pd e Leu, evidentemente non conta. Figuriamoci accogliere qualcuno che li definiva “zecche”… !

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera Renata Polverini, parlamentare di Forza Italia ed ex governatrice della Regione Lazio, sarebbe stata messa sotto inchiesta nel 2017 da parte dalla Procura di Roma per appropriazione indebita di fondi del sindacato Ugl di cui per anni è stata segretaria generale. Dal racconto del quotidiano milanese emergeva che alla Polverini e Stefano Cetica un altro ex segretario dell’Ugl, vennero contestati 22 mila euro di spesa sulla carta del sindacato. Tra gli acquisti figurerebbero pranzi, hotel, abbigliamento e gioielli.

Renata Polverini respinse le accuse. “Smentisco quanto attribuitomi dal Corriere, oltre alla mia estraneità verso i fatti oggetto di indagine. Ribadisco la piena fiducia nella magistratura che saprà accertare le responsabilità” aveva dichiarato l’ex governatrice del Lazio.

La notizia venne accolta con ironia dal Fatto Quotidiano. Il quotidiano romano fece notare che proprio la Polverini nel 2012 in campagna elettorale prometteva di “fare pulizia” delle persone che a Roma erano state coinvolte nello scandalo sull’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari. Chissà come il Fatto Quotidiano commenterà adesso il trasformismo della Polverini

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