di REDAZIONE POLITICA
Si è arenata nelle ultime ore la trattativa sulla crisi di governo, a causa dei veti contrapposti dei partiti e forti divergenze sul programma. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è sempre più pessimista parlando con i suoi, secondo quanto spiegano fonti parlamentari interne al suo gruppo. “Ormai non c’è più niente da fare”, è il mal comune dei “big” ai quali Renzi ha sottolineato che non c’è discontinuità nei piani di M5s e Pd. Continuano a parlare di ministri ma sulle cose da fare dicono sempre le stesse cose, lo sfogo del senatore di Rignano.
“Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato“, scrive il leader di Iv Matteo Renzi, su Facebook. Il senatore di Rignano, dunque, mette a verbale lo strappo, una rottura che viene commentata come “inspiegabile” da qualificate fonti Pd. Intanto alle 20.30 Roberto Fico è atteso al Quirinale dal Capo dello Stato Mattarella.
Anche il semplice verbale sulla fine dei lavori del tavolo sul programma non ha incassato il via libera dei renziani. Secondo voci del translatico il Pd avrebbe garantito ad Italia Viva due ministeri di peso, con Orlando vicepremier. Ma i pentastellati avrebbero fatto muro su alcuni nomi. E soprattutto sui temi sul tavolo. È vero che c’è impasse sulle questioni discusse ai tavoli della maggioranza, ma M5s rimarca come l’apertura sulla riforma della prescrizione non è da poco. “Italia Viva non vuole l’accordo”, tagliano corto nel Movimento 5 stelle e nel Pd.
“Rimangono le distanze sui contenuti nonostante il lavoro “, dice Maria Elena Boschi di Italia Viva uscendo dalla sala della Lupa. “Abbiamo fatto un lavoro importante in questi due giorni con discussioni approfondite. Rimangono distanze, non solo con Iv, anche sull’impostazione di alcuni punti. Siamo fiduciosi che il lavoro per colmare le distanze possa essere fatto da chi dovrà formare il governo e scrivere il programma”, dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla sala della Lupa. “Il lavoro proficuo è stato fatto ma non sono state esaurite tutte le questioni“, ha concluso.
Adesso bisognerà vedere cosa riferirà il presidente della Camera Fico al Presidente della Repubblica, anche se ormai è certo che senza i voti di Italia Viva non ci sono i numeri per mantenere in piedi un eventuale ‘Conte ter’. Possibilità di un eventuale secondo giro di consultazioni anche su un altro schema. Sullo sfondo diversi scenari. Il primo è quello di un governo elettorale (è la massima apertura che il Pd al momento sarebbe disposto a concedere) o di un esecutivo istituzionale.
Secondo voci circolanti ma tutte da verificare, sarebbe pronta al Senato una pattuglia di quasi 50 esponenti pentastellati a sbarrare la strada a questa ipotesi. “Conte si è dimesso per noi per evitare che Bonafede possa essere sfiduciato. Dobbiamo seguirlo fino alla fine” dice un ministro M5s.
“Qualcuno voleva trasformare il verbale in un contratto di governo ma senza che il presidente incaricato fosse presente. E quel qualcuno, Iv, ha dato alle agenzie un racconto sul tavolo non rispondente al vero, dicendo che non c’erano temi convergenti. A nostro avviso i temi convergenti sono molto di più di quelli divisivi. E si era detto che i temi divisivi come il Mes erano fuori dal tavolo“. Lo dice il capogruppo M5S Davide Crippa al termine del tavolo programmatico a Montecitorio.
I “contiani” quindi, affilerebbero le armi di fronte ad un ‘piano B’, disposti magari soltanto a far partire un governo senza fiducia che poi possa portare il Paese al voto. Ma di fronte al nome di Draghi ed eventualmente un appello alla responsabilità delle alte cariche dello Stato c’è chi sottolinea come non è detto che non possa partire un governo non presieduto da Conte.
Intanto il centrodestra ha ribadito che si presenterà compatto che non si andrà in ordine sparso anche per eventuale secondo giro di consultazioni come ha chiarito il leader della Lega Matteo Salvini che oggi ha parlato con Berlusconi, Meloni, Toti, Lupi e De Poli : “Il centrodestra dopo aver sentito gli altri leader – è compatto e ha le idee chiare: non è possibile che la sinistra perda altro tempo, le priorità sono la salute e il lavoro degli italiani, non i litigi per poltrone e ministeri. Noi abbiamo le idee chiare su quello che serve per rilanciare il Paese, da un piano vaccinale serio al taglio delle tasse, dall’apertura immediata di tutti i cantieri fermi all’utilizzo più efficace dei fondi europei, da una profonda riforma della giustizia alla pace fiscale: basta chiacchiere, si è perso già troppo tempo”.
Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti di maggioranza sarebbe meglio “ridare la parola agli italiani”, dato che un esecutivo istituzionale o di unità nazionale “è impossibile” perché l’attuale maggioranza e il centrodestra “la pensano all’opposto su tutto” ha aggiunto Salvini a Sky Tg24.
Non ci sarà quindi un “ni” o si appoggerà eventualmente un governo istituzionale o di ‘salvezza nazionale’ oppure si opterà per la strada del voto, osserva un ‘big’ dell’alleanza.