di REDAZIONE ECONOMIA
Il Consiglio di Stato si riunisce in in maniera collegiale per l’ udienza camerale fissata oggi per decidere sulla sospensiva richiesta da Arcelor Mittal Italia (gestore degli impianti siderurgici) e da Ilva in Amministrazione straordinaria (proprietaria degli impianti), a cui si è affiancata anche Invitalia, contro la sentenza emessa dal Tar di Lecce sul ricorso presentato dal Comune di Taranto il cui sindaco Melucci vuole imporre per vie legali la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento, venendo affiancata nel contenzioso dalla Regione Puglia per volere di Michele Emiliano.
Un vero e proprio “Stato contro lo Stato” sulle sorti dello stabilimento siderurgico di Taranto, sulle cui sorti qualche politicante sta cercando di costruire il proprio destino elettorale. La decisione dei giudici di Palazzo Spada potrebbe però arrivare soltanto domani giornata, data la delicatezza della decisione
Nel frattempo è stato annullato dai sindacati lo sciopero inizialmente previsto per oggi dei lavoratori di Ilva in Amministrazione straordinaria successivamente alle rassicurazioni ricevute sull’emendamento all’integrazione salariale che verrà inserito nel decreto Sostegno del Governo Draghi. Nella videoconferenza tra sindacati e commissari straordinari è arrivata la conferma che Ilva in As anticiperà anche per questo mese di marzo la somma di 200 euro per ogni operaio, importo che in media costituisce, il previsto atteso 10% di integrazione del trattamento economico di cassa integrazione straordinaria.
La vertenza giudiziaria ha inizio un anno fa con l’ordinanza del 27 febbraio 2020 firmata dal sindaco di Taranto, Melucci . Il provvedimento del TAR di Lecce imponeva alle società Ilva in As ed Arcelor Mittal Italia di accertare e rimuovere le criticità degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico, altrimenti sarebbe stata conseguente la chiusura di quei reparti. Il TAR di Lecce con ricorsi e sospensive, si espresse nel merito dopo un anno confermando il provvedimento.
A questo punto Ilva in As ed Arcelor Mittal Italia si sono dovute rivolgere al Consiglio di Stato che nella ordinaria sede collegiale è chiamato oggi pronunciarsi sulle controverse contestazioni in punto di diritto, ma anche tecnicamente tra le parti, decisione attesa, ma non definitiva, in quanto in caso di accoglimento, fra due mesi, il prossimo 13 maggioci sarà l’udienza di merito.
Nel caso in cui la sospensiva di spegnimento dovesse essere respinta, arriveranno delle serie conseguenze per lo stabilimento di cui ha parlato anche il nuovo ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti collegando la questione all’ingresso di Invitalia nel capitale sociale, deciso lo scorso dicembre grazie ad un accordo raggiunto fra il Governo (Conte Bis) e la multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, con il quale di fatto lo Stato ha deciso di rientrare nell’acciaio
Un accordo che aveva ricevuto anche il semaforo verde dall’ Autorità Antitrust aveva spianato la strada. Ma il bonifico dello Stato di 400 milioni non è ancora stato firmato e l’assetto della nuova compagine societaria non è stato ancora formalizzato dal notaio . Così come non è stata ancora definito il nuovo consiglio di amministrazione composto da 6 consiglieri, il presidente di nomina statale e l’amministratore delegato di nomina Arcelor Mittal . Non è un caso che il Mise guidato da Giancarlo Giorgetti abbia voluto fare luce sul dossier incontrando anche le varie parti interessate