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23 Dicembre 2024 11:23

EMERGENZA COVID. TORNA IL LOCKDOWN. IN “ZONA ROSSA” ALTRE 9 REGIONI

Fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all'interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate, soprattutto negli spostamenti nei territori regionali e fra le diverse regioni, visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta

di REDAZIONE POLITICA

Dopo l’incontro di questa mattina tra il Governo e le Regioni a cui ha fatto seguito la riunione del Consiglio dei ministri sulle nuove misure per il contrasto al Covid. Alle 15 il premier Mario Draghi si è recato al centro vaccinale di Fiumicino.

Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineano la nuova mappa dei colori dell’Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts hanno incontrato le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province in una riunione informale utile all’esecutivo per definire le misure che sono state essere approvate con un decreto legge dal Consiglio dei Ministri , anche se in un primo momento si era ipotizzato un disegno di legge. La velocità con cui corre il virus ha obbligato il Governo a percorrere una strada più veloce.

Sale il tasso di occupazione delle terapie intensive, salito sopra la soglia critica cioè al 31% contro il 26 della settimana scorsa. I ricoverati sono passati da 2.756 a 2.327. Il numero di persone ricoverate in aree mediche è cresciuto da 19.570 a 22.393. “Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro 41.833 della settimana precedente)“.

il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini,

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmando nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo. Passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono alla Campania ed il Molise che erano già in zona rossa.

“Tutte le altre Regioni, tranne le 9 indicate in rosso, saranno in area arancione per gli effetti del decreto legge approvato stamane. È in corso una verifica sui dati della Basilicata. La sola Sardegna resta in area bianca”. È quanto si apprende da fonti del Ministero della Salute sul contenuto della nuova ordinanza alla firma del ministro della Salute Roberto Speranza.

Nel provvedimento entra il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa – che era stato bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale adesso c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo – e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.

Se ci saranno restrizioni sarà una decisione giusta, dai dati che abbiamo vediamo che le varianti sono molto, molto pericolose, mi permetto di suggerire che l’ unica cosa che ci salva, al di là delle ulteriori restrizioni, sarà la responsabilità civile” ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ospite di “Uno Mattina“, su Rai Uno. “Bene le regole, ma stringiamo i denti – ha aggiunto -. La vera svolta è nel comportamento delle persone”.

L’impennata del Covid non si ferma e l’Italia diventa rossa: potrebbero essere 16 quindi la maggior parte delle Regioni, da lunedì in lockdown, con le scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza, bar, ristoranti e negozi chiusi, con possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.

Ad allarmare il Paese il nuovo peggioramento della situazione in pressochè tutt’ Italia, certificata dai dati del monitoraggio settimanale. Il Consiglio dei ministri, convocato nelle prossime ore, darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati. I dati ufficiali invece saranno comunicati solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma è già molto chiara la tendenza al punto tale che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in “zona rossa”.

Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure hanno proiettato gran parte dell’Italia in zona rossa con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti.

Accelera ancora, in modo “importante”, l’incidenza dei casi di coronavirus nel nostro Paese. L’Istituto superiore di sanità ha diffuso i primi dati della Cabina di regia, che si occupa del monitoraggio. Nella settimana dall’1 al 7 marzo i casi settimanali per 100mila abitanti sono 225,64 contro i 194,87 per 100.000 abitanti del periodo 22-28 febbraio. L’Rt è di 1,16 (da 1,06). “Un valore di Rt superiore a 1 indica che l’epidemia è in espansione, con il numero di casi in aumento”, evidenziano gli esperti.

Questo significa che a Basilicata, Campania e Molise, già in zona “rossa” da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Veneto, che ha un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, provincia di Trento , che hanno un’incidenza sopra i 300 casi, Abruzzo e Toscana, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta.

Di seguito si indicano l’Rt prima il medio e poi i due intervalli, e l’incidenza per ogni Regione:

Abruzzo Rt 1,05 (0,99-1,09), incidenza 232,7

Basilica Rt 1,53 (1,31-1,76), incidenza 170,99

Calabria RT 0,83 (0.72-0,95), incidenza 66,42

Campania Rt 1,5 (1,41-1,6), incidenza 203,71

Emilia-Romagna Rt 1,34 (1,32-1,38), incidenza 434,26

Friuli Venezia Giulia Rt 1,39 (1,33 – 1,47), incidenza 266,2

Lazio Rt 1,31 (1,27 – 1,36), incidenza 172,82

Liguria Rt 1,13 (1,08 – 1,18), incidenza 151,56

Lombardia Rt 1,3 (1,28 – 1,32), incidenza 306,04

Marche Rt 1,08 (0,99 – 1,18), incidenza 310,71

Molise Rt 1,07 (0,83 – 1,33), incidenza 157,73

Piemonte Rt 1,41 (1,36 – 1,45), incidenza 279,94

Provincia Bolzano Rt 0,61 (0,57 – 0,65), incidenza 259,08

Provincia di Trento Rt 1,04 (0,99 – 1,1), incidenza 351,29

Puglia Rt 1,23 (1,2 – 1,27), incidenza 206,23

Sardegna Rt 0,89 (0,78 – 1), incidenza 31,89

Sicilia Rt 1 (0,95 – 1,06), incidenza 77,49

Toscana Rt 1,23 (1,2 – 1,26), incidenza 216,6

Umbria Rt 0,82 (0,76 – 0,86), incidenza 186,29

Val d’Aosta Rt 1,4 (1,1 – 1,75), incidenza 74,38

Veneto Rt 1,28 (1,26 – 1,32), incidenza 194,42

La Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca, che prevede la possibilità di aprire tutte le attività. Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti delle regioni a dover adottare – come già fatto per la chiusura delle scuole – le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo.

Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima fra le grandi città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici, la stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania. Con l’Italia che tornerà per buona parte in zona rossa, aumenteranno anche i controlli. Fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all’interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate, soprattutto negli spostamenti nei territori regionali e fra le diverse regioni, visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta.

Per le festività pasquali, dal 3 al 5 aprile, le misure previste per la zona “rossa” si applicheranno su tutto il territorio nazionale. Sarà comunque possibile spostarsi all’interno della propria regione verso una sola abitazione privata, una volta al giorno, massimo due persone. In quei tre giorni sarà comunque possibile effettuare una visita al giorno all’interno della regione, massimo in due adulti con minori di 14 anni o disabili o non autosufficienti conviventi, tra le ore 5 e le 22.

E ancora i servizi alla persona: parrucchieri e barbieri dovranno chiudere così come i centri estetici e non saranno più “salvati” dalle chiusure come avvenuto in passato .

Due terzi di tutti i cittadini, bambini e ragazzi compresi, torneranno quindi in lockdown, a poco più di un anno di distanza da quello generale della primavera scorsa.  Di fatto un vero e proprio “lockdown“, esattamente come un anno fa.

Le differenze riguardano anzitutto la scuola: se l’ex presidente del Consiglio Conte aveva disposto il via libera progressivo alle lezioni in presenza fino alla seconda media inclusa, adesso nelle regioni rosse tutti gli istituti di ogni ordine e grado, dagli asili nido alle superiori, devono chiudere.

Altra novità riguarda le visite ad amici e parenti, proibite per tutti. In zona rossa non vale più la deroga di Natale che consentiva un solo spostamento una sola volta al giorno in massimo due persone, eventualmente accompagnati da minori o da disabili, verso un’altra abitazione. Tranne che nei giorni di Pasqua quando invece varrà la deroga.

Le Regioni arancioni potranno individuare aree da portare in zona rossa, quando l’incidenza supera la soglia dei 250 casi per 100 mila abitanti nella settimana oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive. 

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