di Francesca Lauri
L’Italia dispone di un efficiente sistema nazionale di prevenzione e risposta agli eventi critici che minacciano il delicato ecosistema costituito dal Mare Mediterraneo, quali l’antropizzazione delle coste, la densità dei traffici marittimi, l’intenso sfruttamento delle risorse ittiche ed energetiche, in grado di fronteggiare anche i rischi connessi all’elevato traffico di navi cisterna, adibite al trasporto di idrocarburi e di prodotti chimici, nonché alla presenza di piattaforme offshore e di impianti di raffinazione del petrolio. L’improvviso sversamento in mare di un’ingente quantità di idrocarburi, infatti, oltre a compromettere l’integrità degli habitat più fragili, può determinare gravi ripercussioni su quei settori dell’economia costiera, quali il turismo, il commercio, la pesca, la maricoltura e le attività ad esse correlate, la cui prosperità è direttamente o indirettamente correlata alle buone condizioni dell’ambiente marino.
E’ quanto si legge nel rapporto “Il sistema italiano di prevenzione e contrasto dell’inquinamento marino derivante da sversamenti di idrocarburi e altre sostanze tossico-nocive” della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, approvato con delibera n. 6/2021/G, che dedica, fra l’altro, uno specifico focus alla situazione di rischio del Mare Adriatico bacino semichiuso e, insieme, importante rotta petrolifera del Mare Mediterraneo.
Positivo il giudizio della Sezione su tale sistema nazionale i cui punti di forza risiedono nella chiara definizione delle responsabilità dei soggetti pubblici e privati coinvolti (Dipartimento della Protezione Civile, Ministero della transizione ecologica, Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, ISPRA, Castalia s.c.p.a.) e nella capacità delle sue diverse articolazioni di operare in modo sinergico nella tutela dell’ambiente marino e costiero, tanto da porsi come modello organizzativo di riferimento anche per ambiti diversi da quello della gestione delle emergenze ambientali.
Per migliorare la performance di sistema, la magistratura contabile suggerisce l’adozione di iniziative volte all’armonizzazione dei piani nazionali di pronto intervento del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero della transizione ecologica, nonché l’implementazione dei piani provinciali e locali di protezione civile con apposite sezioni dedicate alla gestione degli inquinamenti delle aree costiere.
La Corte auspica, inoltre, l’adozione di un piano di pronto intervento condiviso tra gli Stati della Regione adriatica, osservando come l’apertura di un dialogo sul tema della lotta all’inquinamento in tutte le sue forme possa “favorire, in prospettiva, la definizione di una strategia transnazionale di maggiore impatto per la conservazione e la tutela dell’ambiente marino” .