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25 Novembre 2024 01:08

ENNESIMO AUTOGOL DELLA LEGA PUGLIA: TROPPO SPAZIO AGLI INDAGATI E IMPUTATI

Se il 2020 è stato un anno difficile per Matteo Salvini, che guida la Lega dal nuovo spirito nazionalista, ancora prima nei sondaggi ma in forte calo rispetto alle elezioni europee del 2019, Il "Capitano" nel 2021 sta mostrando tutta la sua fragilità politica dell’uomo "solo" al comando, con la macchina della propaganda, che costa cara, inceppata e con le procure che hanno fatto luce su alcuni "misteri" delle casse leghiste. Salvini non prende mai sul serio le grane giudiziarie degli uomini a lui più vicini, dirigenti di partito che ha scelto e ha nominato. Fino a quando ?

di REDAZIONE POLITICA

Il leader della Lega Matteo Salvini non deve aver molto chiare le idee sulla sua rappresentanza politica in Puglia che alle scorse elezioni regionali del settembre 2020 ha perso il 16% delle preferenze degli elettori, ad un anno del boom elettorale in occasione delle Elezioni Europee di giugno 2019 . Ma la “crisi” della Lega non soltanto sul versante politico, ma sopratutto dal punto di vista giudiziario

il Senatore Roberto Marti (Lega Puglia)

Come ben noto a tutti il senatore leghista Roberto Marti, recentemente “nominato” segretario regionale della Lega in Puglia(dopo un disastro elettorale in Basilicata !) risulta attualmente indagato dalla Procura di Lecce per risponde delle accuse di tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato, in concorso con altri imputati “eccellenti”. La posizione di Roberto Marti risultava “stralciata”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura era finita la vicenda del pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo “trattamento di favore” il fratello di un boss. Una vicenda sulla quale incombe l’ombra della prescrizione, poiché son passati oltre 5 anni dai fatti contestati dalla Procura.

Occorre ricordare che, nei mesi scorsi, si erano tenute numerose sedute alla Camera per determinare la competenza sul nodo intercettazioni. In precedenza, il gip Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce aveva accolto l’istanza della Procura salentina chiedendo l’autorizzazione alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera poichè all’epoca dei fatti, Marti era Deputato della Repubblica. La richiesta riguardava non solo le intercettazioni confluite nell’ordinanza, ma anche altre otto, contenute nella richiesta di autorizzazione dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.

Dopo le sollecitazioni del gip di Lecce, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha esaminato la domanda di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore leghista Roberto Marti, che proviene da uno stralcio dell’inchiesta sulle Case Popolari. La Giunta ha approvato, all’unanimità, la richiesta di un’integrazione istruttoria. L’istanza è stata proposta dal senatore Pietro Grasso ex Presidente del Senato, al fine di acquisire l’elenco delle intercettazioni citato nella parte conclusiva dell’ordinanza del gip, ma non allegato al fascicolo nonché informazioni in ordine al procedimento penale, del quale quello oggetto dei lavori della Giunta costituisce uno stralcio, da avanzare al Tribunale di Lecce per il tramite della Presidenza del Senato. L’esame è stato quindi rinviato.

Dopodichè è il turno della limitata lungimiranza dell avvocato martinese Gianfranco Chiarelli, ex deputato eletto nelle liste di Forza Italia “trombato” dagli elettori alle elezioni Politiche del 2018, e riciclatosi dell’estate 2019 della Lega di cui è vicesegretario regionale, il quale per sua fortuna non ha problemi con la giustizia, ma si è auto-ridicolizzato in occasione delle regionali quanto ha candidato a Taranto un suo adepto, tale Giovanni Ungaro che alle precedenti elezioni regionali del 2015 si era candidato nel centrosinistra con Michele Emiliano, e che attualmente si trova sotto processo per “truffa” ai danni dell’ Amministrazione Comunale di Taranto.

L’ultima figuraccia è stata la nomina di Pasquale Vespa come segretario del sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso durato meno di 48 ore. Infatti il ministro Patrizio Bianchi ha deciso di revocargli l’incarico dopo che l’ex ministra Lucia Azzolina aveva reso noto di aver denunciato Vespa con un procedimento penale in cui è “imputato in per diffamazione reiterata a mezzo stampa e minacce gravi”. Nonostante ciò il sottosegretario leghista pugliese Sasso ha continuato a difendere la presenza di Vespa nel suo staff come quella di “un conoscitore del mondo del precariato” facendo sapere, pochi minuti prima della sua revoca, che lo avrebbe limitato a un ruolo “tecnico“.

Vespa sul suo profilo Facebook si definisceIngegnere, Giornalista, Sindacalista, Docente Precario, Direttore di NapoliTime, Coordinatore UIL Scuola Precari Campania, Presidente Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori #AnDDL. Presidente Ass. Ecomuseo del Mare e della Pesca”. Ecco come l’on. Rossano Sasso difendeva il suo collaboratore Vespa: “l’onorevole Azzolina non è nuova ad attacchi nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici che hanno manifestato dissenso nei confronti delle sue politiche: basti pensare al recente caso di Alfonso D’Ambrosio, il preside di Vo’ che proprio nelle scorse ore ha visto archiviato il procedimento disciplinare che gli era stato intentato in modo assolutamente strumentale. Il professor Pasquale Vespa, sindacalista e leader nazionale del movimento dei docenti precari, ha sempre rappresentato una spina nel fianco per l’onorevole Azzolina e per le politiche ostili nei confronti del mondo del precariato. Un simbolo dei diritti dei lavoratori più deboli, che ha condotto battaglie evidentemente dure e scomode, che adesso si vorrebbe fare passare come uno stalker e come un molestatore“. Una difesa d’ufficio a dir poco imbarazzante, che non è bastata, e quindi poco dopo è arrivata la decisione del ministro Bianchi. che evidentemente non la pensa come il suo sottosegretario.

In una nota del Ministero dell’Istruzione, si legge che il ministro Patrizio Bianchi, “pur riconoscendo l’autonomia dei sottosegretari nella nomina del loro staff, alla luce di quanto emerso da notizie di stampa, ha chiesto al sottosegretario Rossano Sasso di valutare attentamente e rapidamente l’opportunità della nomina del professor Pasquale Vespa”. La nota così continua : “Il ministro ha quindi ricevuto dal sottosegretario la disponibilità del professor Vespa a sospendersi dal suo incarico, in attesa del chiarimento della sua posizione. Di conseguenza, il Ministro ha dato mandato all’amministrazione di procedere alla revoca dell’incarico assegnato al professor Vespa. Il ministro esprime inoltre la massima stima nei confronti dell’ex ministra Lucia Azzolina”.

“Ringrazio il ministro, ha fatto la cosa giusta”, ha commentato l’ex ministra Azzolina con un post su Facebook. “Permettere al sottosegretario Sasso, con delega al cyberbullismo, di assumere al Ministero dell’Istruzione la persona che mi ha minacciato per anni – e che per questo è a processo – sarebbe stato un segnale terribile per la stessa comunità scolastica”. “In queste ore ho ricevuto affetto e solidarietà da tutto il M5S, ma anche da Pd e Leu, che ringrazio. Dispiace invece che il sottosegretario Sasso non abbia compreso la gravità della cosa e si ostini a difendere l’indifendibile”. Il processo penale nei confronti del professor Vespa (imputato) inizierà a Napoli il prossimo 9 aprile.

l’ex-ministro Lucia Azzolina

Vespa, raccontava ai giornalisti l’ex-ministro Azzolinaha portato avanti una campagna quotidiana contro di me. È un sindacalista e un precario che però non vuole il concorso, ma chiede quella sanatoria per cui da tempo i leghisti si battono. Tanto che non ha voluto partecipare nemmeno a quello straordinario riservato proprio ai precari”.

Se questa è la Lega Puglia, adesso si capisce come mai Michele Emiliano abbia vinto le Regionali lo scorso 20 settembre e sia rimasto saldamente al suo posto di presidente della Regione Puglia.

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