di REDAZIONE CRONACHE
È sempre massima l’attenzione che il Comando Provinciale Carabinieri di Napoli riserva al contrasto del traffico illecito delle armi. Significativo il dato che emerge dal bilancio stilato nel primo trimestre del 2021 (rif. 1 gennaio – 14 marzo 2021): 150 le armi sequestrate nel territorio partenopeo e nei comuni della provincia, 44 sono da sparo e 106 bianche. 1729 le munizioni di vario calibro sottratte alla criminalità. Il risultato è frutto di una capillare azione di controllo del territorio posta in essere quotidianamente dalle 100 stazioni carabinieri in ogni quartiere di Napoli e in ogni città della provincia di Napoli. Particolare attenzione è stata rivolta ai quartieri di Fuorigrotta e Ponticelli, recentemente teatro di ferimenti e omicidi.
“Quello delle armi è un fenomeno allarmante, spesso percepibile solo quando i fatti di sangue emergono agli onori della cronaca. Le nostre attività di contrasto e analisi dei flussi illegali, costanti, metodiche e trasversali, non tralasciano quella che ritengo la nuova frontiera del traffico delle armi: il web. Infatti, la rete, quella oscura, nascosta – parlo del deep e del dark web – è divenuta un canale di approvvigionamento facilmente accessibile, anche ai minori. L’acquisto di armi è ormai a portata di click” commenta il Generale B. Canio Giuseppe La Gala , Comandante Provinciale Carabinieri di Napoli .
“Non meno fondamentale l’azione concreta di controllo del territorio svolta quotidianamente dalle 100 stazioni e tenenze Carabinieri della città di Napoli e della provincia – aggiunge il Gen. La Gala – Un lavoro che ha come obiettivo primario quello di smantellare i luoghi di stoccaggio e distribuzione delle armi, per sottrarle alla criminalità, garantire maggiore sicurezza al cittadino e alleviare la percezione di allarme sociale.”
Una cospicua fetta delle armi bianche sequestrate è stata rinvenuta a Napoli. Pugnali, coltelli a serramanico e a farfalla spesso trovati nella disponibilità di giovanissimi sorpresi in strada. La scusa sempre la stessa: “è per difendermi!”. Il triste primato delle armi da fuoco – il riferimento rimane l’ultimo trimestre – spetta all’area di Castello di Cisterna (16 armi e 752 munizioni), seguita da quella di Casoria (11 armi e 289 proiettili). Sempre più creativi i nascondigli utilizzati: dai totem delle società di forniture elettriche ai cassonetti della spazzatura, dalle auto abbandonate fino al seppellimento in aree verdi di pubblico passaggio. Tutte aree comuni e condominiali, preferite perché difficili da attribuire ad una persona determinata.
Su tutte le armi sequestrate i Carabinieri stanno effettuando accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate in fatti di sangue o intimidazione.