di REDAZIONE POLITICA
Dopo la sentenza del Tar del Lazio dello scorso 16 febbraio, è arrivato oggi anche la decisione del Consiglio di Stato, che respinto i ricorsi in appello presentati dal Csm che in una delibera approvata a maggioranza aveva definito “erronea, illogica e contraddittoria” la decisione dei magistrati amministrativi sulla nomina dell’ormai ex-procuratore capo di Roma Michele Prestipino Giarritta. La delibera con cui il Consiglio Superiore della Magistratura aveva vanificato le ambizioni romane del procuratore generale di Firenze Marcello Viola escluso immotivatamente dalla corsa al vertice della procura di Roma, è illegittima.
La sentenza del Consiglio di Stato n. 3712/13 depositata questa mattina, revoca di fatto la delibera del plenum del Csm del 4 marzo del 2020 che aveva votato a maggioranza approvando la nomina di Prestipino al vertice della procura di Roma sarebbe illegittima per due motivi.
Secondo i giudici di Palazzo Spada la Quinta Commissione del Csm, aveva escluso immotivatamente il magistrato Viola dopo essere ritornata sulle sue precedenti decisioni. Infatti inizialmente il procuratore generale di Firenze era stato inserito tra i papabili per ricoprire il ruolo di procuratore capo della Capitale. Successivamente a seguito dell’ esplosione dello scandalo Palamara, secondo il Consiglio di Stato, la prima rosa di nomi indicata dalla commissione nomine ed incarichi del Csm era stata annullata immotivatamente.
Nella seconda motivazione i giudici amministrativi entrano nel merito: il Csm, nel valutare i magistrati Marcello Viola e Michele Prestipino Giarritta, ha comparato in maniera illegittime le rispettive attitudini, non considerando i ruoli dei due concorrenti. Mentre Prestipino era un procuratore aggiunto nella Capitale, Viola ricopriva e ricopre ancora l’incarico di procuratore generale di Firenze.
Il prossimo 13 maggio verrà trattata la domanda di sospensione presenta da Prestipino contro l’altra sentenza del Tar che aveva accolto un altro ricorso, presentato dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi anch’egli candidato alla guida della procura della Capitale. “Il Giudice Amministrativo ha ribadito che la scelta del Csm di non formulare alcuna proposta volta al conferimento al dott. Viola dell’incarico di Procuratore di Roma fosse immotivata e che nessun rilievo potesse riconoscersi al fatto che la composizione dell’organo fosse nelle more parzialmente mutato”, hanno commentano gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, che assistono il dr. Lo Voi.
Nella sentenza è stato rilevato al riguardo che “il Consiglio Superiore della Magistratura non è organo politico ma di alta amministrazione di rilievo costituzionale. Le ragioni della revoca non potevano dunque ravvisarsi implicite ed esaustive né nel fatto della intervenuta sostituzione delle persone di alcuni commissari, né nel mero mutamento di preferenza al riguardo da parte di un altro rimasto – spiegano i legali del procuratore Lo Voi – Inoltre, il Consiglio di Stato, condividendo i motivi di ricorso non esaminati in primo grado e reiterati in appello, ha rilevato come il Csm abbia errato nel ritenere prevalente il profilo del dott. Prestipino Giarritta nonostante lo stesso avesse svolto solo funzioni semidirettive (quale Procuratore Aggiunto presso le Procure di Reggio Calabria e di Roma) a fronte delle – più rilevanti – funzioni direttive svolte dal dott. Viola (che è stato Procuratore della Repubblica a Trapani ed è attualmente Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze)”.
Sentenza-PrestipinoIl problema adesso torna a Palazzo dei Marescialli dove la quinta commissione del Csm, dovrà dunque rivalutare i candidati (smentendo la precedente votazione) ed elaborare una nuova proposta da portare al voto del plenum, che dovrà tenere conto e rispettare le recenti sentenza del Consiglio di Stato sulla nomina di Prestipino e l’illegittima esclusione di Viola.