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22 Novembre 2024 01:45

LA POLIZIA CHIUDE CASE DEL SESSO NEL CENTRO DI TARANTO. 6 ARRESTI

L' inchiesta è nata nel giugno 2020 allorquando i poliziotti, dopo aver ricevuto una segnalazione, hanno scoperto un appartamento dove si svolgevano incontri sessuali a pagamenti nel centro di Taranto, intervenendo sul posto. ma alcuni degli indagati avevano continuato a svolgere la propria attività illecita consigliando alle donne che si prostituivano alcuni accorgimenti necessari per evitare problemi con le forze dell'ordine

di REDAZIONE CRONACHE

Continua la pressante attività di contrasto all’illegalità degli uomini della Squadra Mobile di Taranto, guidata vice questore Fulvio Manco, coordinati dal pm Francesco Ciardo, che hanno posto agli arresti domiciliari sei persone nell’ultima operazione di contrasto alla prostituzione a Taranto svolta da donne straniere, proveniente principalmente dalla Colombia e dall’Est Europa, e di un uomo brasiliano. L’operazione è stata denominata “Melody“, ispirata dal nome che una prostituta colombiana utilizzava negli annunci di offerta sessuale pubblicato su Internet.

L’ inchiesta è nata nel giugno 2020 allorquando i poliziotti, dopo aver ricevuto una segnalazione, hanno scoperto un appartamento dove si svolgevano incontri sessuali a pagamenti nel centro di Taranto, intervenendo sul posto. ma alcuni degli indagati avevano continuato a svolgere la propria attività illecita consigliando alle donne che si prostituivano alcuni accorgimenti necessari per evitare problemi con le forze dell’ordine, a partire dall’eliminazione di informazioni dettagliate negli annunci pubblicati sul web.

I poliziotti della Mobile ieri mattina hanno arrestato Marco Cavallo 37anni di Grottaglie (TA), Annalisa D’alconzo 40anni di Taranto, Davide De Santis 39anni di Taranto, Arturo Minervini 46anni di Napoli, Giuseppe Oliva 60 anni di Taranto, Giuseppe Provvido 51anni di Lecce ma residente a Taranto. L’accusa a loro carico è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, a seguito di un’attenta attività investigativa dei poliziotti, che hanno consentito di raccogliere gli indizi necessari per accertare i compiti dei cinque uomini posti in arresto in domiciliari. 

Secondo l’ impianto accusatorio della Polizia di Stato, condiviso dalla Procura, Arturo Minervini assieme ad un altro indagato a piede libero, avrebbero messo a disposizione in locazione tre appartamenti nel centro di Taranto a fronte di un canone settimanale di 350 euro “del tutto esorbitante rispetto al prezzo di mercato” come riportato negli atti dell’inchiesta . Ma non solo, si sarebbe anche preoccupato dei lavori di manutenzione, della preparazione e gestione degli appartamenti, occupandosi anche di acquistare tutto il materiale necessario per gli appuntamenti sessuali delle donne straniere. 

Sempre Minervini secondo quanto emerso dalle indagini avrebbe anche dato indicazioni e direttive alle donne su come esercitare le prestazioni sessuali a pagamento in maniera tale da non destare sospetti nei condominio degli stabili, per non essere scoperti dalle forze di polizia. Secondo le indagini Marco Cavallo, si occupava di trasportare le donne da un appartamento ad un altro, incaricato da Minervini di riscuotere settimanalmente l’affitto, e di aiutare nella pubblicazione degli annunci sessuali sui vari siti internet dove vengono pubblicate le offerte sessuali.

Gli altri arrestati e cioè De Santis, Oliva e Provvido rispondono delle accuse di favoreggiamento della prostituzione per aver messo a disposizione delle donne alcuni appartamenti. L’unica donna dell’organizzazione che gestiva il giro di prostitute la 40enne tarantina Annalisa D’Alconzo viene accusata invece di sfruttamento della prostituzione in quanto era lei secondo quanto accertato dagli investigatori della Mobile, a gestire telefonicamente gli appuntamenti nel centro massaggi tantrici all’interno del quale si prostituivano le donne. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che era proprio la D’Alconzo a rispondere alle chiamate dei clienti, a dare loro informazioni sulle prestazioni sessuali offerti ed il luogo in cui si trovava il centro. Le tariffe, a seconda dei «trattamenti» richiesti dai clienti, variavano da un minimo di 80 euro fino a un massimo di 120. 

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