di REDAZIONE CRONACHE
Continua la nostra opera di approfondimento e trasparenza sulla vicenda che ha portato in carcere degli habituè delle carceri italiane come l’ avvocato Pietro Amara ed il poliziotto Filippo Paradiso, per fare chiarezza sull’operato della magistratura di Potenza. Aveva certamente ragione il collega Paolo Mieli ex direttore dei quotidiani LA STAMPA, il CORRIERE DELLA SERA ecc. quando la settimana scorsa su La7 a Piazzapulita rivolgendosi ad Amara gli disse: “Lei è un assoluto genio, lei dissemina esche ed è più intelligente di noi e noi, magistrati e giornalisti tontoloni, stiamo tutti abboccando“.
In quell’intervista esclusiva al conduttore Claudio Formigli, l’avvocato siciliano di Augusta, 52 anni trascorsi in una intensa attività di affari, politica e corruzioni, che si può definire inquietante e nello stesso momento ipnotica. Tra racconti enunciati, ed interrotti sul più bello, contraddetti con sottili avvisi a chi ascoltava davanti al televisore, Amara nella foga dell’interrogatorio, aveva rivelato di avere in mano registrazioni con persone che oggi negano di averlo mai conosciuto e che dunque provano quanto afferma; e che i verbali secretati usciti dalla Procura di Milano non erano ancora finiti.
Come noto ormai a tutti, successivamente, l’ avvocato PWC- Price Waterhouse Coopers è stato arrestato accusato di scambio di favori legato al suo ruolo di consulente legale all’ILVA di Taranto (da cui ha percepito in 2 anni appena 90mila euro), svolgendo secondo un quadro indiziario del procuratore capo di Potenza Francesco Curcio, un’ attività “incessante di raccomandazione, persuasione, sollecitazione svolta, in favore del ex Procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo, su membri del Csm” (senza però che in ordinanza risulti alcun nome di membri del Consiglio Superiore della magistratura, e sopratutto alcuna prova granitica ed inconfutabile) con esposti anonimi per accreditarsi presso i vertici Eni “quale soggetto in grado di interloquire su tali procedimenti” .
Nulla di nuovo nel percorso professionale di Amara. Ma la procura di Potenza si è un pò “distratta” sui rapporti dell’attuale procuratore capo di Matera Pietro Argentino (ex procuratore aggiunto facente funzione della procura di Taranto), il cui figlio-avvocato Giuseppe (detto Peppe) è stato “beccato” dal GICO della Guardia Finanza di Roma nello studio romano di Amara in via della Frezza 70 (vedi pag. 34 dell’ ordinanza del Gip del Tribunale di Potenza ) ed adesso lavora alla PWC- Price Waterhouse Coopers, come egli stesso indica sul suo profilo Linkedin.
Stranamente il giovane rampollo di casa Argentino nel suo curriculum personale pubblicato sul social business network Linkedin non cita mai la sua esperienza lavorativo nello studio Amara. Una semplice dimenticanza o un consiglio strategico di papà Pietro ?
Ma l’inchiesta del procuratore Curcio contiene molte suggestioni, a volte frutto anche di illazioni e stupidi gossip, come su quello della “escort” che qualcuno, come riportato nell’ordinanza del Gip Amodeo del Tribunale di Potenza, avrebbe voluto mandare ad un pm di Bari Michele Ruggiero , in passato in servizio alla Procura di Trani, molto chiacchierato negli ambienti giudiziari per la sua passione per le donne, pur essendo coniugato e con figli.
Noi come sempre ci limitiamo a verificare il contenuto degli atti giudiziari ed a proporvene la lettura integrale:
ordinanza-capristo-B-101_200Nel frattempo l’ex-procuratore Capristo ha ampliato il proprio collegio difensivo con la nuova nomina dell’ Avv, Filiberto Palumbo del Foro di Bari già componente del Consiglio Superiore della Magistratura.