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22 Novembre 2024 03:18

L’Italia soffre, vince e vola ai quarti: decisivi gli ingressi ed i goals di Chiesa e Pessina

Mancini ancora una volta indovina i cambi e nei supplementari ancora una volta Federico Chiesa entra e "spacca" la partita, la rivelazione Pessina raddoppia ed agli austriaci non basta il gol di Kalajdzic per rimettere in piedi la partita.

di Alessia Di Bella

E’ stato bello vincere con questa sofferenza, e questa Italia ci piace, rischia, gioca con spirito sbarazzino. Con l’Austria è stata una partita molto interessante, e se c’era ancora un solo dubbio sul fatto che in questo meraviglioso sport conti il “gruppo”, stasera è stato fugato. Nessuno può vincere una partita da solo, non a caso sono stati i cambi che ha fatto Mancini ad aver deciso e chiuso la partita. Il percorso della nazionale italiana imbattuta di Roberto Mancini, dopo aver vinto il proprio girone in scioltezza, supera nello stadio di Wembley, anche l’ostacolo Austria agli ottavi e trova la forza per vincere 2-1 nei supplementari  ed aggiudicarsi così il passaggio per i quarti di finale di Euro2020, dove sfiderà una tra Belgio e Portogallo. Gli azzurri possono imprecare contro la sfortuna nel primo tempo con il palo colpito da Immobile.

Mancini ancora una volta indovina i cambi e nei supplementari ancora una volta Federico Chiesa entra e “spacca” la partita, la rivelazione Pessina raddoppia ed agli austriaci non basta il gol di Kalajdzic per rimettere in piedi la partita.

Mancini rispolvera i ‘titolarissimi’ a Wembley ed inizia a fare sul serio . Al minuto 89 di Italia-Austria, ottavo di finale di Euro2020, è caduto il record storico della Nazionale azzurra superando i 1.143′ senza subire reti della porta difesa da Dino Zoff, un primato iniziato il 20 settembre del 1972, con un 3-1 inflitto alla Jugoslavia, e terminato il 15 giugno 1974, quando la nostra nazionale ai Mondiali di Germania Ovest sconfisse, col medesimo risultato la nazionale di Haiti. Nonostante il brivido percorso in occasione della rete di Arnautovic, annullata per fuorigioco dopo l’intervento del Var, gli azzurri di Mancini hanno tenuto la propria porta inviolata fino al 114′, quando Kalajdzic ha fermato la striscia a 1.168′: l’ultima esultanza di un nostro avversario è quella di Donny van de Beek dell’Olanda nello scorso ottobre.

Inginocchiarsi o no sul campo, questo il dilemma che nei giorni scorsi aveva acceso il dibattito sportivo e quello politico intorno all’Italia dopo il gesto contro il Galles (alcuni calciatori in ginocchio, altri i piedi). Il capitano azzurro, Giorgio Chiellini, prima della gara contro l’Austria ha spiegato la scelta della Nazionale: “Credo non ci sia stata nessuna richiesta. Quando ci sarà la richiesta da parte dell’altra squadra, ci inginocchieremo, per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra. Cercheremo di combattere il razzismo in un altro modo, con iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi”, ha detto il capitano azzurri ai microfoni di Rai Sport.

l’emozionante abbraccio di Gianluca Vialli e Roberto Mancini a fine partita

Una partita di grande sofferenza come si legge anche sul volto del c.t. Roberto Mancini, dopo il fischio finale: “L’abbiamo portata a casa perché abbiamo meritato. Prima o poi il gol dovevamo prenderlo, ci sta. Nel primo tempo potevamo segnare un paio di gol, poi nella ripresa c’è stato un po’ calo fisico, il campo era pesante. L’abbiamo vinta grazie ai giocatori che sono entrati con la mentalità giusta e l’hanno risolta, chi è uscito aveva dato tutto. Avevamo bisogno di gente fresca, Chiesa e Pessina sono stati bravissimi, ma tutti, anche chi è entrato dopo. Lo sapevo sarebbe stata la partita più difficile, forse più ancora della prossima nei quarti anche se il blasone delle squadre sarà diverso”.

“Può farci bene aver disputato una partita così, anche se le occasioni le abbiamo avute. Poi capita che si possa mettere male, ma l’abbiamo davvero voluta, giocando bene” aggiunge Mancini a cui viene chiesto dell’abbraccio finale con Vialli e del conto in sospeso con Wembley, dove i due ex sampdoriani hanno qualcosa da riprendersi, con particolare riferimento alla finale di Coppa Campioni persa contro il Barcellona nel 1992: “E’ ancora lunga, ne mancano tre per riprendercela…” sorride mister Mancio.

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