di REDAZIONE ECONOMIA
Il consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, ex Ilva ed ex ArcelorMittal, ha approvato il progetto di bilancio 2020 ed ha fissato l’assemblea per il 21 luglio in prima convocazione e per il 2 agosto in seconda. La società ancora gestita dall’ amministratore delegato Lucia Morselli non ha ancora comunicato i risultati di esercizio che a causa della pandemia, probabilmente non deve essere stato particolarmente positivo . L’ok al bilancio da parte del vecchio CdA era atteso da settimane. L’adempimento societario, il cui termine è scaduto il 30 giugno, era stato rinviato in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che ha letteralmente asfaltato la presunta legittimità dell’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, con la quale si imponeva la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico in città.
A seguito dell’approvazione del bilancio si potrà finalmente insediare il nuovo CdA composta da 6 membri, 3 nominato dal socio pubblico Invitalia (Franco Bernabè come presidente , affiancato da Stefano Cao ad uscente di Saipem, e dal professore del Politecnico di Milano esperto in siderurgia Carlo Mapelli, che si è dimesso dal Cda di Finarvedi. L’ amministratore delegato per l’esercizio 2021 è di nomina del gruppo ArcelorMittal a cui spetta in assemblea il 50% dei voti + 1 voto. Al momento Invitalia detiene il 38% delle azioni e il 50% dei voti. Tuttavia l’accordo fra i due soci prevede che entro un anno la quota pubblica cresca alla maggioranza assoluta dell’azionariato.
Con l’insediamento del nuovo CdA partirà la nuova gestione pubblico-privata, che vuole essere una garanzia per i sindacati ai fini del rilancio dell’acciaieria. Per il prossimo 8 luglio è convocato al Mise alla presenza dei ministri Giorgetti e Orlando, il tavolo tra azienda e sindacati . L’attuale amministratore delegato Lucia Morselli ha recentemente comunicato un ritorno all’utile di gestione nel primo semestre di quest’anno confermando la volontà di accelerare sulla decabornizzazione degli impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto. In quell’occasione si discuterà anche di esuberi.
Da qualche giorno è partita la nuova tornata per 12 settimane di cassa integrazione per 4.000 dipendenti . Un provvedimento questo che però i sindacati contestano in presenza della forte ripresa del mercato dell’acciaio. Acciaierie d’ Italia nel frattempo ha presentato ricorso al Tar Lazio contro il decreto del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha negato la proroga per l’adeguamento dell’impianto che produce coke, elemento essenziale nel ciclo con gli altiforni.