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23 Novembre 2024 03:38

“TUTTI FACCIA AL MURO”: NUOVI VIDEO SUI PESTAGGI IN CARCERE A S. MARIA CAPUA VETERE

Depositate agli atti, ecco le nuove immagini, in esclusiva, che immortalano il pomeriggio di torture e maltrattamenti nel Reparto Nilo della Casa Circondariale “Francesco Uccella”, che altro non sono che quattro ore di “ignobile mattanza”, come l’ha giustamente definita il giudice per le indagini preliminari.

di REDAZIONE CRONACHE

Mentre le sigle sindacali della Polizia Penitenziaria si esercitano nel consueto scarico i quotidiani LA REPUBBLICA ed il CORRIERE DELLA SERA hanno pubblicato dei nuovi video (vedi QUI) che testimoniano i vergognosi pestaggi dello scorso 6 aprile nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’inchiesta al momento ha già scaturito 52 misure cautelari nei confronti di funzionari, comandanti e agenti dell’amministrazione penitenziaria che dovranno rispondere delle accuse di torture, maltrattamenti, lesioni. Nei confronti di alcuni dirigenti, come il Provveditore campano, Antonio Fullone, i pm contestano anche falsi, depistaggio e favoreggiamento. 

Depositate agli atti, ecco le nuove immagini, in esclusiva, che immortalano il pomeriggio di torture e maltrattamenti nel Reparto Nilo della Casa Circondariale “Francesco Uccella”, che altro non sono che quattro ore di “ignobile mattanza”, come l’ha giustamente definita il giudice per le indagini preliminari.

In questo secondo video, si vede un detenuto trascinato per terra. In un’altra scena, tutti i detenuti in ginocchio con la faccia rivolto al muro. Dagli agenti, colpi con i manganelli ai corpi e alla testa. A partecipare alla spedizione punitiva, secondo l’accusa della Procura, il personale della penitenziaria di quel carcere insieme al Gruppo speciale di Supporto, creato dal provveditore Fullone per arginare la crisi scoppiata nei giorni del lockdown anche nei penitenziari della Campania: 283 operatori in tutto.  “Operazione pulizia, non si è salvato nessuno”, scrivevano nelle chat, poco dopo, mentre i detenuti erano abbandonati sotto il peso di ecchimosi, lividi e fratture.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo sulla pubblicazione dei video che mostrano le violenze sui detenuti avvenute nel carcere casertano il 6 aprile 2020. Gli atti del pm e della polizia giudiziaria nella fase delle indagini preliminari in corso, infatti, sono coperti da segreto. La Procura ipotizza il reato di rivelazione d’atti d’ufficio: i video, essendo atti di un’indagine non ancora conclusa, non potevano essere diffusi come previsto dal codice di procedura penale (articolo 114), che vieta “la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto“, e ciò almeno “fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”.

Fatti che integrano gli estremi del reato di rivelazione d’atti d’ufficio (articolo 326 del codice penale), fattispecie che mira a punire “il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza“.

Confido che la magistratura chiarisca se qualche pubblico ufficiale ha illecitamente favorito la diffusione dei video che riprendono i pestaggi al carcere di Santa Maria Capua Vetere, ma resto convinta che non bisogna spostare l’attenzione dal contenuto dei video alla loro diffusione“, afferma invece la Garante dei detenuti della provincia di Caserta Emanuela Belcuore, che interviene sulla decisione della Procura della Repubblica guidata da Maria Antonietta Troncone di aprire un fascicolo per rivelazione d’atti d’ufficio. “Credo che concentrarsi sui contenuti sia utile tanto ai detenuti quanto agli stessi agenti della Polizia Penitenziaria“.

Riuscirà la Procura a scoprire chi ha fatto trapelare quei video ? Abbiamo qualche dubbio.

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