di REDAZIONE POLITICA
“Una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo. La televisione di Stato è pagata con i soldi di tutti gli italiani. Oggi si stima che il 20% di quegli italiani voti per Fratelli d’Italia e Fratelli d’Italia non ha alcuna presenza o rappresentanza nè nel cda della Rai nè alla presidenza della commissione di vigilanza Rai che di prassi spetta all’opposizione“. ha detto la leader di FdI, Giorgia Meloni, a margine della presentazione del suo libro a Pescara, riferendosi alla nomina del nuovo CdA Rai.
“Quando si picconano pezzi fondamentali della tenuta delle nostre istituzioni democratiche diventano precedenti. Quel precedente oggi lo paga Fratelli d’Italia e domani lo può pagare qualcun altro: l’unico partito di opposizione non viene rappresentato per la prima volta nella storia d’Italia e io credo che questo sia un problema di tutti, non solo di Fratelli d’Italia“. ha aggiunto Giorgia Meloni, parlando della composizione del consiglio di amministrazione della Rai. “Mi dispiace che questa cosa sia accaduta nel silenzio generale. Mi dispiace che le massime cariche istituzionali, a partire dal presidente Mattarella, non abbiano ritenuto di intervenire per impedire che un vulnus del genere si creasse e continuo a porre il problema di una nazione che sta violando regole fondamentali” lamenta.
“Ha deciso il Parlamento, hanno deciso i partiti. Hanno deciso che l’unica opposizione italiana attualmente e il principale partito stimato italiano è escluso dal servizio pubblico, pagato da tutti gli italiani. Che lo abbia deciso o non l’abbia deciso il Parlamento, rimane una decisione scandalosa” conclude la Meloni.
Ieri il Consiglio dei ministri e l’assemblea della Rai hanno dato il via libera alle nomine di Carlo Fuortes e Marinella Soldi, indicati dal MEF, che oggi approderanno nel nuovo Cda che eleggerà il presidente. Infatti, pur astenendosi, Lega e FI non hanno i numeri per evitare la designazione della Soldi. Poi però si apre la partita della ratifica in commissione di Vigilanza, a maggioranza qualificata: 27 voti su 40. Se la Lega e Forza Italia facessero muro con i loro 13 voti (più il presidente Barachini che si astiene) Soldi non otterrebbe l’elezione. Anche senza contare quelli che potrebbero far mancare i nove consiglieri del M5S delusi dalla scelta, da parte del Movimento, di un consigliere, Di Majo, che non era quello da loro indicato. E persino qualcuno nel Pd promette sorprese nel segreto dell’urna.