Prima l’articolo di Repubblica sugli “impresentabili”, poi un servizio del TgNorba sui compensi che alcuni candidati darebbero ai rappresentanti di lista in grado di procacciare voti. Hanno preso spunto da qui le indagini degli agenti della Digos della Questura di Bari che stanno verificando ed approfondendo le accuse secondo le quali vi sarebbe un vero e proprio un “tariffario” per pagare sottobanco i rappresentanti di lista ed i “venditori” di preferenze per le prossime elezioni regionali.
Il meccanismo è molto semplice. Il servizio del TgNorba per illustrarlo ha fatto parlare un collaboratore di un comitato elettorale di Anita Maurodinoia, la candidata più suffragata alle passate elezioni comunali di Bari dove si presentò con la Lista Schittulli mentre adesso in corsa alle Regionali 2015 con Michele Emiliano. Il sistema funzionerebbe più o meno così: i comitati elettorali reclutano i rappresentanti di lista. Ai quali non è demandato solo l’incarico di controllare durante lo spoglio delle schede la regolarità dell’assegnazione delle preferenze, ma anche e soprattutto quello di orientare e reclutare voti degli indecisi.
E’ proprio il risultato elettorale di ogni sezione elettorale a fare fede per ottenere il “premio” in soldoni: il rappresentante di lista viene pagato in base al numero di voti che nella sezione al quale è stato assegnato il candidato di riferimento ha preso. La somma che viene pagata è variabile: “Trenta, quaranta, cinquanta euro – dice il collaboratore del comitato elettorale di Anita Maurodinoia – e l’incarico di rappresentante di lista è molto ambito, considerando il numero di persone che ogni giorno si propongono nei comitati, provando anche a lavorare per più candidati“.
Gli uomini della Digos hanno acquisito il servizio televisivo ed anche l’articolo di Repubblica nel quale veniva raccontato l’exploit della Maurodinoia grazie anche all’impegno del marito e “a un esercito di rappresentanti di lista“. Dopodichè gli investigatori della Polizia di Stato redigeranno una prima informativa che verrà trasmessa alla competente Procura della Repubblica a Bari. Poi sarà compito dell’autorità giudiziaria decidere se aprire un’inchiesta quali reati configurare.