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5 Luglio 2024 23:38
5 Luglio 2024 23:38

GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO. ECCO TUTTO QUELLO CHE IL SINDACATO ED IL CDR NON RACCONTANO

Non una sola parola sul ruolo pressochè ignorato dai sindacati, così come dal Tribunale Fallimentare di Bari, dalle due cooperative di costituite dai giornalisti e poligrafici che si sono ben guardate a suo tempo di proporsi per l'esercizio provvisorio. Meglio passare dalla cassa altrui a reclamare il proprio stipendio ? Sembra proprio così.

di REDAZIONE ECONOMIA

Secondo Il sindacato dei giornalisti pugliesi e lucani riunitosi ieri con il comitato di redazione del giornale barese, nella sede dell’ Assostampa Puglia, rivolgendo nel corso di una conferenza stampa un appello al Tribunale Fallimentare di Bari per la ripresa delle pubblicazioni della GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, “Si può votare prima“. Ma chi parla evidentemente ignora due cose: le norme di legge sulla procedura fallimentare e sopratutto non riesce a leggere quanto è scritto negli atti dei curatori fallimentari.

Due le strade proposte dai sindacati : una accelerazione sulla procedura di votazione dei piani di concordato oppure una revoca della sospensione dell’esercizio provvisorio per la Edisud, la società editrice del giornale fallita un anno fa con oltre 40 milioni di euro di debiti, con possibilità di tornare in edicola temporaneamente a costo zero. Chiaramente coloro i quali hanno parlato ieri, hanno manifestato e confermato la propria assoluta “ignoranza” in materia di diritto societario e sulle norme fiscali vigenti.

Il sindacato vorrebbe accelerare con un provvedimento urgente il voto del comitato creditori fissata per il prossimo 28 agosto dal Tribunale fallimentare di Bari, per votare le due proposte di piano di concordato presentata dalla LEDI (società del gruppo barese Ladisa) che ha gestito la testata negli ultimi 6 mesi con ottimi risultati, ed Ecologica (società della famiglia Miccolis di Castellana Grotte, operante nel settore della nettezza urbana ) proposta dietro la quale corre voce di sarebbe un interesse-partecipazione in cordata di un imprenditore condannato e pluri indagato-imputato operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Puglia, sempre molto presente nelle aste fallimentari che già nei mesi scorsi aveva cercato di rilevare l’emittente televisiva tarantina Studio 100.

L’urgenza potrebbe essere motivata secondo i sindacalisti dalla decisione della LEDI di non prorogare per un altro mese, dopo la scadenza del 31 luglio, il contratto di fitto del ramo di azienda di Edisud, che ha comportato l’interruzione delle pubblicazioni. “Per quanto legittima perché rientra nell’esercizio della libertà imprenditoriale — ha dichiarato il segretario nazionale dell’Fnsi, Raffaele Lorusso — , tale scelta risulta incomprensibile, tanto più perché comunicata ventiquattr’ore prima della scadenza del contratto e dopo che, tre giorni fa, la stessa Ledi aveva comunicato alla direzione e alla redazione la volontà di continuare a gestire provvisoriamente la testata per altri trenta giorni, in attesa dell’esito del voto del comitato dei creditori sulle due proposte concordatarie presentate alla curatela. Forse — ha malignato Lorussole aspettative di chi ha gestito il giornale in questi mesi erano altre, forse ci sia aspettava che essersi fatto carico di portare avanti il giornale in questi mesi avrebbe dato diritto a una sorta di prelazione o corsia privilegiata, non previste dalla legge“.

Lorusso evidentemente o non sa leggere o è incapace di capire il contenuto dei documenti giuridici. Infatti dimentica ( o ignora ?) che la curatela fallimentare della società Mediterranea (proprietaria della testata) e della Edisud, nel bando per affittare il ramo di azienda consentendo la continuità delle pubblicazioni che venne aggiudicato alla società LEDI, unica società a partecipare, era prevista una scadenza per il 31 luglio 2021, e la possibilità di una sola proroga di 6 mesi, e non di solo un mese, come allegramente…la curatela ha chiesto alla LEDI soltanto 15 giorni fa, cioè quindici giorni prima della scadenza del contratto, guarda caso lo stesso giorno in cui è stato convocato il comitato dei creditori !

L’ipotesi avanzata di consentire alla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO di tornare in edicola revocando la sospensione dell’esercizio provvisorio di Edisud è impraticabile, in quanto illegale. La società a seguito della propria dichiarazione di fallimento del giugno 2020, è stata gestita per alcuni mesi in esercizio provvisorio dai curatori del fallimento, fino al novembre 2020, con l’indebitamento che cresceva quotidianamente indussero il Tribunale Fallimentare a dichiararne la cessazione.

La disponibilità di alcuni imprenditori a stampare e distribuire il giornale gratis è nei fatti impraticabile senza un soggetto giuridico che funga legittimamente da editore nonostante i 144 giornalisti e poligrafici abbiamo dichiarato di essere disposti a lavorare gratis per far tornare il giornale in edicola. Di qui la richiesta imbarazzante che venga riattivato l’esercizio provvisorio dell’ Edisud. Ma chi lo chiede, così come chi ne scrive ignora che una volta cessato l’esercizio provvisorio, non lo si può ripristinare. Lo dice la legge.

Non una sola parola sul ruolo pressochè ignorato dai sindacati, così come dal Tribunale Fallimentare di Bari, dalle due cooperative di costituite dai giornalisti e poligrafici che si sono ben guardate a suo tempo di proporsi per l’esercizio provvisorio. Meglio passare dalla cassa altrui a reclamare il proprio stipendio ? Sembra proprio così.

Nell’ultimo numero in edicola della Gazzetta del Mezzogiorno, del 1 agosto 2021, è comparso a tutta pagina su sfondo quasi interamente bianco il titolo “Arrivederci” . Un augurio che anche noi formuliamo, ma affinchè sia davvero solo un arrivederci, e la Gazzetta torni in edicola, bisognerà aspettare il corso della Legge che è solo nelle mani del Tribunale e della curatela sulla quale andrebbe fatta qualche verifica. Corrono voci infatti di qualche conflitto di interessi non dichiarato da qualcuno che la presidenza del Tribunale fallimentare di Bari dovrebbe accertare e chiarire.

Parlare di “immaginare un piano di rilancio” è imbarazzante sopratutto dopo che quel piano era già partito con l’impegno della LEDI.

Ecco come PRIMA COMUNICAZIONE titola oggi sulla vicenda Gazzetta del Mezzogiorno

A risposta delle lamentele sindacali, questa mattina ci è arrivato in redazione un comunicato stampa del Gruppo Ladisa, che riportiamo integralmente di seguito:

Né «grave»  né «incomprensibile» la scelta della Ledi srl di restituire la Gazzetta del Mezzogiorno alla Mediterranea spa, alla scadenza dell’affitto della testata, il 31 luglio scorso. Semmai una scelta amara e dolorosa, ma inevitabile visto che gli stessi curatori fallimentari di Mediterranea, il dottor Rosario Marra e l’avvocato Paola Merico, avevano comunicato alla Ledi la disdetta del contratto a partire dall’1 agosto 2021.

La nota è datata 21 dicembre 2020, inviata alla società Ledi dieci giorno dopo la presa in consegna della Gazzetta dalla curatela fallimentare. Il riferimento è alla convenzione dell’1 agosto 2006 stipulata tra Mediterranea spa (proprietaria della testata Gazzetta del Mezzogiorno) e Edisud spa (società editrice della stessa testata). Le due società, com’è noto, sono state dichiarate fallite nel giugno 2020. Nel dicembre 2021 la Ledi srl è subentrata, nell’ambito di un bando del Tribunale civile di Bari, nella gestione di Edisud. Nello stesso mese i curatori fallimentari hanno inviato la nota con la quale si comunicava che «il contratto dovrà ritenersi sciolto a far tempo dal 31/7/201 con ogni conseguente obbligo restitutorio».

Tutti i soggetti coinvolti nella vicenda – la società editrice, i lavoratori, la società civile, la stessa magistratura – confidavano evidentemente nella chiusura delle procedure entro il 31 luglio, in modo che dall’1 agosto le attività editoriali della Gazzetta potessero continuare con il definitivo assegnatario. Così non è stato. Di qui la sospensione delle pubblicazioni. È evidente che non esiste una verità diversa da quella contenuta nelle carte della curatela.

Esiste viceversa un’iniziativa imprenditoriale targata Ledi srl che dall’autunno 2020, momento nel quale la Gazzetta stava sì e definitivamente lasciando le edicole italiane, ha dimostrato di voler garantire continuità aziendale, sostenibilità economica e rilancio della storica testata. Un impegno, sotto gli occhi dell’intera comunità, passato attraverso mirati interventi imprenditoriali. Senza mai sottrarci al confronto con istituzioni e soggetti terzi, abbiamo dimostrato di avere una solida e credibile  struttura aziendale

Non a caso abbiamo presentato una proposta di concordato e posto in essere iniziative credibili ed economicamente sostenibili, basate sui principi di trasparenza, legalità e regole certe. La nostra identità imprenditoriale, d’altra parte, non ha bisogno di conferme: le nostre scelte, la nostra storia e i nostri risultati hanno fatto del Gruppo Ladisa la realtà italiana che tutti conoscono, che continua a generare lavoro per oltre 6000 famiglie.

Nonostante il momento di grande tensione sociale e istituzionale determinato dalla sospensione delle pubblicazioni, la Ledi srl segue con attenzione il prosieguo della procedura fallimentare e confida in una decisione innanzitutto celere e soprattutto congrua all’impegno profuso in questi mesi dagli uomini e dalle donne che hanno consentito alla Gazzetta del Mezzogiorno di non abbandonare mai – anche nei momenti più bui – l’appuntamento quotidiano con i lettori.

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