Il Consiglio di Stato confermando le decisioni già assunte dal Tar Puglia sezione di Bari a gennaio 2021, ha respinto i ricorsi presentati dai gruppi politici “Italia in Comune” e “Senso Civico“, entrambi rimasti esclusi dalla formazione del nuovo Consiglio regionale per cui si era votato nel settembre 2020. Le due formazioni hanno chiesti ai giudici amministrativi presentando due diversi ricorsi autonomi “la correzione del risultato elettorale” , contestando l’esclusione delle rispettive liste dalla ripartizione dei seggi perché rimaste sotto la soglia di sbarramento del 4%.
I giudici amministrativi, nelle motivazioni delle due sentenze hanno ricordato che “il legislatore regionale ha previsto una soglia di sbarramento inderogabile calcolata in termini percentuali”, la cui “applicazione non può prescindere dalla commisurazione del grado di rappresentatività di ciascuna lista secondo il complesso dei voti validi“, che sarebbe stato correttamente calcolato per entrambe i movimenti politici al di sotto del 4%. Una soglia di accesso che il Consiglio di Stato ritiene “particolarmente elevata, e tuttavia certamente legittima”.
Per “Italia in Comune” i candidati ricorrenti Paolo Pellegrino e Rosario Cusmai, contestavano il conteggio e relativo calcolo del 3,49% di voti ritenuti validi. Anche i cinque candidati di “Senso Civico“ Ernesto Abaterusso, Luigi Giorgione, Alfonsino Pisicchio, Giuseppe Tanzarella, e Sabino Zinni, contestavano il verbale dell’ufficio centrale elettorale secondo il quale la lista ha riportato il 3,76% di voti validi. Chiedevano il ricalcolo dei voti ritenendo, invece, che la lista avesse “superato la soglia del 4%“.
Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato aveva stabilito che i due candidati Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea entrambi del Partito Democratico restano consiglieri , respingendo il ricorso di chi sosteneva un diverso modo di attribuire i seggi fra gli eletti del Pd in Puglia.
Nelle prossime settimane, quasi sicuramente entro fine settembre, il Consiglio di Stato dovrà tornare ad occuparsi ancora una volta delle elezioni regionali in Puglia per decidere se la maggioranza che sostiene il presidente Emiliano debba essere calcolata in 29 seggi complessivi cioè come ha fatto dopo il voto l’Ufficio centrale di Bari, oppure debba ridursi a 27 seggi caso in cui entrerebbero nel Consiglio Regionale pugliese due esponenti dell’opposizione di centrodestra e ne uscirebbero due di centrosinistra.