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28 Novembre 2024 09:36

Green Pass falso reato ? Ecco cosa prevede la legge

Certificazione verde obbligatoria. Ecco cosa accade se non la si ha o la si falsifica. Per chi tenta di aggirare le limitazioni imposte dal Governo c’è perfino il rischio di dover affrontare un processo penale in piena regola.

Il Green pass è diventato obbligatorio dallo scorso 6 agosto per poter accedere in alcuni luoghi come piscine, palestre, bar e ristoranti. Chi viola l’obbligo di esibire la certificazione verde può incorrere in severe sanzioni amministrative. Ma non solo. Per chi tenta di aggirare le limitazioni imposte dal Governo c’è perfino il rischio di dover affrontare un processo penale in piena regola. In pratica chi non è in possesso del Green Pass e frequenta luoghi che gli sarebbero inibiti commette una violazione di legge punita con una pena pecuniaria. Lo stesso vale anche per il gestore dell’esercizio commerciale o della struttura che avrebbe dovuto effettuare i controlli, il quale rischia anche di dover chiudere la propria attività per qualche giorno.

Obbligatorio il Green pass

Secondo la legge , il Green pass è obbligatorio per: servizi di ristorazione per il consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, per le attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri estivi, centri sociali per le attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.

Per quanto tempo è valido il Green Pass?

Il Green pass ha una durata diversa in base alle motivazioni che ne hanno consentito il rilascio. Per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, la certificazione è valida 270 giorni (cioè 9 mesi) dalla data dell’ultima somministrazione. Per la vaccinazione dopo la prima dose, la certificazione viene emessa anche contestualmente alla somministrazione ed è valida fino al tempo massimo per la dose successiva (42 giorni per vaccinazione Pfizer e Moderna, 84 giorni per Vaxzevria cioè l’ ex Astrazeneca). Il Green pass ottenuto a seguito di test molecolare o antigenico rapido è valido 48 ore dall’ora del prelievo del tampone, mentre la certificazione verde rilasciata a seguito di guarigione dal Covid dura 180 giorni (6 mesi).

Quali sanzioni per chi non ha il Green pass ?

Rischia sanzioni che vanno dai 400 ai 1000 euro chi non è provvisto di un valido Green pass e accede comunque in determinati locali o attività, . Sanzioni che, come anticipato, colpiscono sia il singolo cittadino che l’esercente o il gestore. Chi possiede un locale e si rende responsabile dell’omesso obbligo di controllo per almeno 3 volte in 3 giorni diversi, potrebbe andare incontro alla chiusura, da 1 a 10 giorni, della propria attività imprenditoriale.

Green pass: quando diventa reato?

Per ottenere il Green pass c’è chi è disposto a violare le regole. Fatta la legge, i soliti furbetti cercano di trovare l’inganno. Le frodi sono essenzialmente di due tipi: acquistare un certificato falso o contraffarlo; esibire la certificazione di un’altra persona, spacciandosi per essa. Chi vende certificazioni false commetta anche il reato di truffa.

Green pass falso: che reato è?

La legge prevede che per quanto riguarda la falsificazione dei Green pass l’ applicazione delle norme previste dal Codice penale in materia di falso commesso dal privato o dal pubblico ufficiale. Ciò significa che il cittadino che falsifica una certificazione verde rischia di incorrere nel reato di falsità materiale commessa dal privato. Per la precisione, poiché il Green pass è equiparabile a un certificato o a un’autorizzazione amministrativa, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni, ridotta fino a un terzo. Chi si limita a usare un Green pass falso senza aver preso parte alla contraffazione, commette comunque reato (quello di uso di atto falso), ma le pene sono ulteriormente ridotte di un terzo. Trattandosi di reati procedibili d’ufficio, chiunque potrà denunciare la falsa certificazione, sia il personale addetto al controllo che qualsiasi altro individuo.

Green pass: quando c’è sostituzione di persona?

Sul Green pass non c’è la foto dell’utente, ma solo il Qr code, il nome e cognome e la data della vaccinazione, della guarigione dal Covid o del tampone effettuato. Proprio per questo motivo è difficile, per chi verifica, accertarsi che l’identità sia giusta: le certificazioni potrebbero essere state falsificate o scambiate. Come spiegato oggi dalla ministra Lamorgese, il titolare o gestore di un locale non può chiedere un documento d’identità. Ma la Polizia Amministrativa, che effettuerà controlli a campione, può chiederlo. Potrebbe ravvedersi il reato di sostituzione di persona, a carico di chi utilizza la certificazione di altri, punito con la reclusione fino a un anno. Per aversi il delitto di sostituzione di persona non sono necessari i raggiri tipici della truffa. Non occorre dunque chissà quale macchinazione per spacciarsi per altro individuo. Pertanto, mostrare il Green Pass di altri potrebbe essere condotta di per sé sufficiente a far scattare il reato di sostituzione di persona.

Green pass: c’è truffa?

In teoria oltre che il delitto di falso, l’acquisto e la vendita di Green pass contraffatti possono integrare anche quello di truffa. Secondo la giurisprudenza corrente, i reati di truffa e di falso possono coesistere, anche quando la falsificazione sia stato lo strumento per portare a termine il raggiro. Nell’ipotesi di utilizzo di un Green pass contraffatto, il reato di truffa potrebbe non sussistere in quanto, per concretizzarsi una frode penalmente perseguibile, occorre che l’azione sia finalizzata a procurarsi un ingiusto profitto con altrui danno.

Nel caso in questione chi acquista una certificazione verde falsa è perfettamente a conoscenza che sta compiendo un’azione illecito, quindi l’acquirente non è ingannato dal venditore, in quanto stanno violando entrambi la legge. Al massimo, potrà ravvedersi il reato di truffa se l’acquirente, credendo di seguire la procedura corretta per l’ottenimento della certificazione verde, agisce in totale buona fede ed è pertanto raggirato dal venditore che gli assicura che il Green pass che riceverà è legale. Ipotesi questa in realtà piuttosto difficile da configurarsi.

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