di REDAZIONE CRONACHE
Si può mandare in carcere una persona senza aver prima valutato bene i fatti e le circostanze ? A Taranto succede anche questo, a seguito dell’ennesima discutibile decisione del pm Enrico Bruschi, che si fece trarre in inganno dalla furbata di un noto truffatore, che finse di essere stato estorto quando invece era lui che cercava di corrompere qualcuno, come nel suo “stile”…di vita e modus operandi, facendo arrestare due ex-consiglieri comunali di Taranto. Peccato che lo stesso pm Bruschi non abbia usato lo stesso “pugno di ferro…” quando le Fiamme Gialle nell’“operazione T-Rex“ chiesero l’arresto dell’imprenditore di Antonio Albanese, proprietario della CISA spa di Massafra, responsabile (secondo le Fiamme Gialle) di aver consentito a degli indagati di sviare le indagini vanificando le intercettazioni in corso che vennero quindi sospese. In quel caso il pm Bruschi respinse la richiesta. Sarà forse perchè è più facile e comodo, come dice un proverbio, essere “debole con i forti, forte con i deboli” ?
Secondo la denuncia del pluri-pregiudicato Salvatore Micelli (attualmente ai domiciliari) , all’epoca dei fatti presidente della cooperativa INDACO che si occupava di migranti, sosteneva gli sarebbero stati richiesti 3mila euro per vincere un lodo arbitrale gestito dalla figlia di Condemi, anch’ella avvocato (che è risultato ignara e quindi estranea ai fatti) . Aldo Condemi e Cataldo Renna vennero fermati dai militari delle Fiamme gialle in un bar che si trovava a pochi metri dallo studio legale del’ avv. Condemi proprio mentre Micelli consegnava una busta contenente la somma della presunta estorsione.
Condemi venne posto ai domiciliari mentre Renna fu tradotto in carcere. Cataldo Renna è stato consigliere comunale per il centrodestra sino alle elezioni del 2017, quando venne candidato dall’ On. Gianfranco Chiarelli con la lista Direzione Taranto, espressione locale di Direzione Italia, risultando il più votato della lista con 364 preferenze di voto, non sufficienti tuttavia a entrare in consiglio comunale. Aldo Condemi, invece, non ricopriva da tempo incarichi politici. Anni fa è stato assessore ai Lavori pubblici della prima giunta guidata dal sindaco forzista Rossana Di Bello (recentemente scomparsa) e poi anche candidato sindaco nel 2012 per il centrodestra (Pdl) sostenuto da un movimento politico che portava il suo nome. In quell’occasione Condemi si fermò al primo turno con il 7 per cento circa dei voti.
Successivamente il gip Vilma Gilli aveva revocato gli arresti per entrambi accogliendo la richiesta degli avvocati Rocco Maggi e Matteo Giaccari (successivamente sostituito dall’ avv. Andrea Silvestre), i quali difendevano rispettivamente Condemi e Renna.
Venerdì scorso la Corte d’ Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto ha annullato la sentenza di 1° grado “considerato che il fatto risulta diverso da quello oggetto della originaria contestazione da parte del P.M. e del successivo accertamento in primo grado” e quindi ai sensi dell’ art. 521 del codice di procedura penale ha disposto “la trasmissione degli atti alla locale Procura della Repubblica per le determinazioni di competenza in relazione a quanto indicato in narrativa“. E quindi sentenza annullata.
Sentenza-Renna_Condemi