a cura della Redazione Inchieste
Siamo andati a “spulciare” un pò nel sito della Camera di Commercio di Taranto, dove abbiamo trovato una decisione del Consiglio camerale che, con una delibera n.14/2011, prese atto dello stato di emergenza ambientale nel settore della miticoltura tarantina qualche anno fa, e conferì mandato al consigliere Leonardo Giangrande (attuale presidente della Confcommercio di Taranto), prima che costui venisse sfiduciato dalla maggioranza quasi totale del consiglio dell’ente pubblico economico tarantino, incaricandolo di “coordinare le opportune azioni camerali per supportare le imprese del settore, in quanto alcune associazioni di categoria si erano direttamente impegnate ad affiancare le imprese mitilicole per la definizione di possibili soluzioni al problema della contaminazione da PCB e dello spostamento degli impianti presenti nel primo seno del mar Piccolo in aree non contaminate al fine di completare il ciclo di produzione“. E ne abbiamo scoperte delle belle…..
Ebbene, per far fronte a tale emergenza, alcune associazioni di categoria fra cui l’immancabile Confcommercio Taranto chiesero alla Camera di Commercio la concessione di un contributo economico per l’attivazione all’interno di ciascuna struttura associativa di sportelli di assistenza alle imprese del comparto miticoltura al fine di coadiuvarle in alcune attività amministrative. La giunta camerale presieduta dal cav. Luigi Sportelli, con delibera n. 6 del 31.01.2012, dispose di erogare in favore delle associazioni di categoria, fra cui Confcommercio Taranto, un contributo economico sino ad una ammontare massimo di €uro 40.000 a “parziale copertura delle spese per l’attivazione all’interno di ciascun organismo di sportelli di assistenza alle imprese del comparto mitilicoltura da liquidarsi previa rendicontazione da parte del soggetto coordinatore (Confcommercio Taranto) delle spese effettivamente sostenute da ciascun soggetto presso cui sarà operativo lo sportello di assistenza“.
Successivamente l’ Ente Camera di Commercio con molta attenzione e rigore, specificò alle associazioni beneficiarie dei contributi che ai sensi del “Regolamento in materia di criteri e modalità per la concessione di contributi sovvenzioni e sussidi finanziari” la liquidazione del contributo sarebbe stata disposta , “solo a seguito dell’avvenuta presentazione entro il termine perentorio di 30 giorni dalla realizzazione dell’iniziativa di una dettagliata documentazione, e cioè della relazione sullo svolgimento dell’iniziativa, corredata da idonea documentazione, rendiconto analitico delle entrate realizzate o comunque accertate e delle spese sostenute, documenti di spesa in originale o con certificazione di conformità all’ originale“.
Differentemente da quanto previsto dal bando e regolamento di assegnazione dei contributi camerali, iniziarono una serie di anomalie procedurali da parte dell’associazione presieduta da Giangrande , che con una nota del 27.07.2012 (prot. 273) chiese alla Camera di Commercio l’erogazione del I° acconto del contributo che ammontava a 30.654 €uro, dimenticandosi…però di inviare la necessaria e prevista rendicontazione documentale , che venne richiesta e sollecitata dagli attenti uffici amministrativi camerali con una nota del 28.08.2012 (prot. 18662) con cui si chiariva a scanso di equivoci che “il contributo avrebbe potuto essere liquidato al soggetto coordinatore solo subordinatamente alla rendicontazione delle spese da questi effettivamente sostenute per l’operatività dello sportello di assistenza“.
Ma probabilmente alla Confcommercio di Taranto o non sanno leggere i regolamenti dei bandi, o non sanno svolgere attività di coordinamento amministrativo, infatti vennero richiesti il rimborso di spese non previste dal Regolamento, come quelle notarili di costituzione di nuove società/attività d’impresa, spese di imposte, registro, bolli e diritti camerali d’iscrizione (in quanto costi “vivi” di natura tributaria/fiscale delle singole imprese “in quanto tali estranei alle finalità dell’intervento“, e come quelle per attività di commercialista (in quanto non conformi alla delibera n. 6/2012).
Ma in realtà nei riepiloghi spese presentate dalla Confcommercio di Taranto per ottenere il rimborso-contributo dalla Camera di commercio, vi era ben altro…, in quanto mentre le spese (non ammesse) notarili ammontavano a €uro 6.636,00 e quelle(non ammesse) per il commercialista a €uro 5.662,80, emergeva una voce di “consulenza“…a dir poco imbarazzante: quella in favore di Angelo Colella, il direttore della Confcommercio tarantina , la cui consulenza….. era stata calcolata al costo medio orario di €uro 68,15 per 80 ore, per un totale di €uro 5.452,00 !!! Il totale , a cui si sommavano anche i contributi per l ‘ AGCI Pesca, ammontava a €uro 24.547,44.
Di fronte alle contestazioni camerali,la Confcommercio di Taranto si vide costretta in data 22 marzo 2013 ad inviare alla Camera di Commercio di Taranto e per conoscenza a tutte le altre associazioni coinvolte, una lettera di precisazioni (prot. 89-AC/VT) datata 22 marzo 2013, con cui si comunicava “la rinuncia all’eventuale contributo calcolato sulle spese del nostro personale impiegato nelle attività dello sportello” calcolato in €uro 9.228,48 . La lettera ribadiva, a firma Leonardo Giangrande, che “la scrivente associazione richiede il contributo solo ed unicamente in relazione alle spese delle consulenze esterne”, che quindi comprendevano (come si evince dal “quadro economico di spesa“) i compensi al direttore Angelo Colella che ha come unico legame, competenza… e collegamento alla mitilicoltura, la propria nascita nella Città Vecchia.
Quindi la determinazione dirigenziale n. 80 del 2 luglio 2013 della Camera di Commercio di Taranto, si concluse con un esborso di un contributo alla Confcommercio di Taranto per €uro 12.890,18 (invece dei richiesti €uro 24.547,44) ed all’Agci Pesca di solo €uro 3.972,11 (invece dei richiesti €uro 16.901,77 ) . Cioè poco più di un terzo di quanto i “furbetti” avevano inizialmente richiesto e conteggiato.
Ecco cari amici un esempio di come alcuni “furbetti” sotto mentite spoglie di “associazione di commercianti” cerca spesso e sovente di ampliare il proprio conto personale in banca. Ma non sempre vi riesce, specie negli ultimi tempi, e cioè da quando abbiamo iniziato a monitorare le richieste di soldi pubblici da parte della Confcommercio di Taranto, che in verità dovrebbe sopravvivere e funzionare con i soldi provenienti dalle quote associative dei propri iscritti. Ed invece cerca sempre soldi pubblici, dei contribuenti. Tanto paga “Pantalone” !