di REDAZIONE POLITICA
Roberto Saviano è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Roma con l’accusa di diffamazione nei confronti del leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Saviano durante una trasmissione su La7 a dicembre 2020 sul tema dei migranti si era riferito alla Meloni chiamandola “bastarda“. La leader del partito di centrodestra agì quindi legalmente contro lo scrittore.
Il programma in questione era “Piazzapulita” condotto da Corrado Formigli. Durante uno dei suoi exploit, Roberto Saviano si scagliò contro Giorgia Meloni ma anche contro Matteo Salvini: “Vedendo queste immagini vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame dei taxi del mare, delle crociere, tutte quelle parole spese su questa disperazione. Viene solo da dire bastardi, come avete potuto. Meloni, Salvini: bastardi”.
La reazione della Meloni a quelle parole fu pressoché immediata e tramite i social l’onorevole scrisse: “Sono stufa di assistere a questo disgustoso sciacallaggio da parte di Saviano. Per voi è normale che a questo odiatore seriale sia consentito diffamare (senza contraddittorio) chi non è in studio?“
“Saviano mi puntava il dito in faccia dicendo ‘non vi mollo, non vi mollo‘. Non credo sia un comportamento consono a un’aula di tribunale e in tanti anni da avvocato non mi è mai capitato”, aggiunge l’onorevole Andrea Delmastro delle Vedove, legale della Meloni, dopo il rinvio a giudizio dello scrittore. “Il gup ha definito esorbitante, rispetto al diritto di critica politica, l’epiteto ‘bastarda’ – spiega- mentre Saviano in aula ha rivendicato le sue parole“.
“Oggi sono stato rinviato a giudizio – querelato da Giorgia Meloni – per aver esercitato il diritto di critica, il dovere di chi liberamente pensa. Meloni querela per intimidire, per ridurre al silenzio, ma io non mollo!”, scrive Roberto Saviano su Twitter. Lo scrittore posta sul social anche un video in cui argomenta più dettagliatamente il suo commento. Il Gup ha fissato la prima udienza del processo per il 15 novembre 2022.