di REDAZIONE POLITICA
La puntata di domenica 7 novembre di “In Onda” il talk show preserale di La 7, condotto dai giornalisti Concita De Gregorio e David Parenzo ha visto Matteo Renzi come protagonista o meglio lo è stato il suo conto corrente. Il Fatto Quotidiano aveva riaperto la polemica sollevata sui presunti finanziamenti ricevuti dall’Arabia per le conferenze. “Il conto corrente è alimentato per lo più dai bonifici bancari, anche esteri”, scrive la giornalista Valeria Pacelli sul giornale diretto dal pluricondannato (per diffamazioni) Marco Travaglio che ha pubblicato l’estratto conto privato dell’ex premier ed attuale leader d’Italia Viva Matteo Renzi.
“Mi auguro che gli inquirenti possano dire la stessa cosa e non abbiano violato nessuna legge” aveva scritto Matteo Renzi nella sua e-news proprio in merito alle inchieste sulla Fondazione Open che riguardano presunti finanziamenti illeciti alla sua attività politica. “Nelle prossime settimane, andremo a verificare le carte nelle aule della Giustizia mentre alcune redazioni celebrano il processo giustizialista in contumacia“. Detto fatto.
A criticare l’accaduto a “In Onda” è stato l’imprenditore Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, che ha evidenziato la gravità dell’accaduto: “Quel conto è un conto privato della signora Renzi e del signor Matteo Renzi, che però è anche incidentalmente un senatore. Per un conto privato di un senatore, ma anche per quello di un cittadino, ci sono due diversi modi per acquisirlo: o lo chiedi al Senato o alla Camera, oppure lo chiedi attraverso la procura. Un procuratore lo chiede alla banca o alla Banca d’Italia… Quel conto è arrivato lì magicamente, non è stato acquisito agli atti con nessuna richiesta formale”.
Renzi è finito nel mirino dei giornalisti del “Fatto” che hanno dedicato due pagine agli incassi del leader conferenziere. “C’è una società di consulenza del Regno Unito e anche un quotidiano coreano” si legge sul giornale. E ancora: “Due società italiane di cui una fondata da Alessandro Benetton e persino il ministero delle Finanze dell’Arabia Saudita. Ecco chi paga gli speech di Matteo Renzi. In totale, dal 2018 al 2020, il senatore oggi leader di Italia Viva, ha guadagnato (non solo con gli speech) oltre 2,6 milioni di euro in totale. Il dettaglio degli incassi (legittimi) dell’ex premier, sia per le conferenze ma anche per altro, ad esempio per i libri, sono finiti agli atti dell’indagine della Procura di Firenze….”, scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio, in merito alle accuse della Procura di Firenze di concorso in finanziamento illecito assieme agli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi.
Tra gli introiti denunciati da Renzi spuntano anche i risarcimenti danni del cantante Piero Pelù, che lo aveva definito “boy scout di Licio Gelli”. “È plausibile ritenere che il pagamento sia stato disposto quale composizione di una lite, dopo una querela per diffamazione presentata dal Senatore nei confronti del cantante”. Ma stranamente la giornalista del Fatto si è dimenticata di parlare delle diverse condanne subite da Travaglio per le diffamazioni alla famiglia Renzi, ed ai risarcimenti che ha dovuto pagare.
Crosetto ha definito “inquietante” quanto accaduto ai Renzi considerata l’entità del processo a carico dell’ex premier: “Questo è ancora più inquietante di tutto cioè il conto di un senatore ma potrebbe essere anche di un cittadino si materializza senza che ci sia un atto processuale per acquisire quel conto. Tanto più che il processo è su finanziamento illecito al partito e quello è un conto personale intestato lui la moglie” esortando ad una contro-inchiesta sulla vicenda: “Questo va al di là di tutto, è un passo ancora precedente… Questa è una questione di democrazia. Chi l’ha preso? Perché l’hanno fatto avere? Chi utilizza il potere in questo modo?”.
Sulla stessa linea Carlo Calenda, leader di Azione anch’egli ospite in collegamento del programma, che nonostante critichi l’attività di Renzi in questa vicenda ne prende la difesa: “Va detto che quell’atto non solo è inopportuno ma è illegale. A differenza di quello che fa Matteo Renzi che non è illegale, anche se io penso che ci dovrebbe essere una norma, è indignitoso per uno stato di diritto”.
Il diretto interessato Renzi è furibondo. Ha mosso gli avvocati. Annuncia querele. E promette battaglia. “Hanno messo online – scrive infatti Matteo Renzi – il mio conto corrente, violando Costituzione e Leggi. Hanno scelto come testimone dell’accusa penale un avversario politico. Hanno captato comunicazioni e intercettazioni con un metodo che è stato contestato persino dalla Cassazione”. Renzi vede un uso “politico” della giustizia da parte dei magistrati di sinistra. “Da anni – scrive ancora – spendono centinaia di migliaia di euro e impiegano decine di finanzieri per una caccia all‘uomo teorizzata dalla corrente dei giudici di Magistratura Democratica come la stretta di un “cordone sanitario attorno al senatore Renzi”. Quello che sta accadendo dovrebbe indignare l’opinione pubblica, i media, gli avversari politici. Non i miei amici. Perché i miei amici sanno che vicende come queste non mi impauriscono ma anzi mi danno la carica per rilanciare”.
Renzi così conclude: “non ho nulla da temere ed anzi la pubblicazione incivile di questi documenti non fa che confermare la mia trasparenza e correttezza. Ma in sede politica spero che qualcuno rifletta sul fatto che ciò che sta accadendo a me è una reiterata violazione di legge che fa male alle Istituzioni”.