di REDAZIONE POLITICA
A livello locale ci avevano già pensato in molti casi i sindaci a disdire gli eventi in programma per la notte di San Silvestro, adesso con il nuovo decreto il governo li vieta in tutto il Paese e chiude, nuovamente, i locali da ballo. Una decisione necessaria ma ristrettiva che ripropone la questione degli indennizzi alle attività economiche più penalizzate da due anni di pandemia. In tutta Italia, ovviamente, le amministrazioni pubbliche e i privati avevano preparato diverse iniziative, tra concerti e spettacolo di fuochi d’artificio, quasi tutte annullate. La situazione, in ogni caso, è di gran lunga diversa da quella dello scorso anno, quando praticamente in zona rossa era stato vietato quasi tutto, ma per una vera e propria normalità c’è bisogno ancora di tempo.
Alcuni sindaci come dicevamo si erano mossi già da giorni con ulteriori restrizioni. A Bologna, per evitare i festeggiamenti spontanei e assembramenti, il sindaco Matteo Lepore ha interdetto l’accesso dalla sera del 31 alla mattina del primo gennaio a Piazza Maggiore. A Bari, Antonio Decaro ha vietato tutti i fuochi d’artificio. A Sassari, ai cenoni organizzati da pubblici esercizi, attività di ristorazione, circoli ricreativi, non sono ammessi i balli e la musica si spegnerà all’una di notte. A preoccupare in maniera particolare gli italiani sono i numeri dei contagi di questi ultimi giorni, in forte crescita. Le previsioni di un peggioramento generale della situazione nelle prossime settimane, fa crescere l’allarme e frena anche la voglia di festeggiare e di brindare all’arrivo del nuovo anno.
Nella Capitale non ci sarà il classico mercatino di Natale in piazza Navona e il concerto già in programma al circo Massimo non si terrà perché, come ha detto il sindaco Roberto Gualtieri, bisogna “dare priorità alla protezione della salute dei cittadini” evitando quindi “eventi che comportino assembramenti perché potrebbe essere imprudente in questa fase“. “In questo momento la nostra priorità – ha aggiunto Gualtieri – è e deve essere quella di salvaguardare la salute dei romani ed evitare assembramenti che possono aggravare una situazione pandemica che, pur sotto controllo, presenta aspetti preoccupanti. Per questo dopo aver sentito anche il parere delle autorità competenti e la Prefettura siamo costretti ad annullare il Concertone di Capodanno”.
Anche altre città avevano deciso di cancellare gli eventi pubblici di fine anno, a partire da Milano, dove l’opzione festeggiamenti in piazza non è mai stata presa in considerazione, a Palermo, dove non ci sara’ il concerto in piazza Politeama (anche se in realtà sembra che la decisione sia legata non alla pandemia ma a problemi di bilancio). E poi molte città di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Emilia Romagna, hanno deciso di evitare veglioni pubblici. Il Paese, insomma, si prepara al 2022 ma lo fa all’insegna della prudenza.
Stessa decisione in Campania dove un’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, stabilisce che tra le disposizioni e raccomandazioni in materia di contrasto e prevenzione del contagio da Covid-19, non si possano svolgere feste in piazza per Capodanno: “Nei luoghi pubblici all’aperto – si legge nel documento – è fatto divieto di svolgimento di eventi, feste o altre manifestazioni che possano dar luogo a fenomeni di assembramento o affollamento“. De Luca ha spiegato: “Se lasciamo campo libero agli impazzimenti che abbiamo nella settimana tra Natale e Capodanno, a fine gennaio ci leccheremo le ferite, perche’ avremo migliaia di nuovi contagi”. Il governatore della Regione Campania invita tutti alla responsabilità e a “riscoprire gli affetti familiari”, trascorrendo “il Natale e il Capodanno in famiglia” evitando di fare “cose scriteriate e irresponsabili, andando in giro in migliaia senza mascherine e bevendo dalla stessa bottiglia superalcolici“.
Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha espresso perplessità per motivazione diverse sulla chiusura di discoteche, temendo “il proliferare, come è stato quest’estate, di feste private incontrollabili. E’ l’unico punto su cui io avevo suggerito di utilizzare il super Green pass e magari anche i tamponi”. Una possibilità che si era affacciata il 23 dicembre, quando si è tenuto il Consiglio dei ministri, ma poi accantonata.
Fino al 31 gennaio saranno chiuse le sale da ballo, discoteche e locali assimilati. Dal primo febbraio e alla fine dello stato di emergenza si potrà entrare in discoteche, sale da ballo e locali simili dove si svolgono feste o simili – ad esempio luoghi nei quali si svolga musica dal vivo – soltanto con il “Super Green pass”. Un provvedimento, quest’ultimo, che ha mandato su tutte le furie i gestori dei locali, che stimano in 4 miliardi di euro le perdite per il settore, e danno per certa la chiusura di diverse attività nelle prossime settimane.
“Chiediamo un incontro urgente con il governo per sottoporre alla sua attenzione una serie di richieste, che vanno dai ristori immediati (cosa che in passato non è avvenuta) ai tempi certi di riapertura alla rimodulazione delle tasse che hanno strangolato le nostre imprese”, protesta Gianni Indino, presidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo, dell’Emilia-Romagna, che chiede “rispetto per i nostri lavoratori, le nostre famiglie, le nostre imprese” perché tante “sono sull’orlo del fallimento”.
In ogni caso, chi ha deciso di festeggiare l’arrivo del nuovo anno in un ristorante (gli esercenti in queste ultime ore denunciano, però, diverse disdette) può farlo senza alcun problema. Basta essere in possesso del “Super Green pass“, rilasciato ai vaccinati e a chi è guarito dal virus. Infatti dopo le ultime decisioni assunte in Consiglio dei ministri, il certificato verde rafforzato sarà necessario anche solo per poter entrare in un bar per prendere un caffè al banco. In questi ultimi giorni in vista di cenoni casalinghi, è partita la prevedibile speculazione all’ “italiana” la spesa per la gastronomia ha fatto registrare un aumento del 25%.
Il provvedimento del Governo non impedisce di accogliere il nuovo anno in casa in compagnia, affidando al buon senso e alla prudenza il compito di minimizzare il rischio di focolai domestici. Nonostante il record dei contagi, che negli ultimi giorni sono stati il triplo rispetto a 12 mesi fa, l’Italia vive queste feste di fine anno con più libertà e possibilità di ritrovare parenti e amici. Nel 2020 tutto il Paese era in zona rossa e c’era il coprifuoco. Non ci saranno veglioni nei locali o in piazza, ma chi ha fatto il vaccino o è guarito dal Covid negli ultimi sei mesi e ha il Super Green pass potrà andare a cena al ristorante. Si potranno ricevere ospiti in casa. Nessuna limitazione è arrivata sul numero degli invitati.