Molte, forse troppe ragazze sognano di entrare nel mondo dello spettacolo. Il successo, la fama e la gloria che la televisione, la moda ed il cinema agevolano, sono un richiamo molto pericoloso per tantissime ragazzine che si lanciano nei più svariati concorsi di bellezza e sfilate di moda in lungo e largo di tutta la penisola, nella speranza di poter un giorno entrare in contatto da qualche manager influente. Purtroppo la stragrande maggioranza non lo sono.
Sempre più spesso viene detto alle aspiranti miss, veline, letterine o troniste o quant’altro offre il grande calderone dello showbusiness che la via per il successo passa inevitabilmente dal sesso: foto hard, prestazioni sessuali o video bollenti con imprenditori compiacenti che operano nel settore vengono “spacciati” come merce di scambio e passaggi obbligatori per raggiungere la popolarità ambita. Queste non sono l’allerta delle mamme allarmate o di moralisti benpensanti, ma purtroppo si tratta molto spesso della verità. Dalle pagine del quotidiano calabrese Il Garantista parte lo scandalo che coinvolge lo storico concorso di Miss Italia le cui selezioni si svolgono ogni anno a livello regionale.
In Calabria, leggendo l’inchiesta svolta dal giornale diretto Sansonetti, il comitato regionale del celebre concorso per aspiranti miss ‘incoraggiava’ le fanciulle a spogliarsi per foto bollenti o addirittura a fidanzarsi con il patron di turno in cambio del superamento delle selezioni del concorso. I contatti del mittente, sempre secondo il Garantista, avvenivano su un numero di cellulare utilizzato formalmente ed “ufficialmente” dall’organizzazione di Miss Italia in Calabria.
Quello che aveva sempre contraddistinto il concorso di Miss Italia erano state stata invece la purezza e integrità delle partecipanti. Si ricorderà che solo nel 1994 il concorso venne aperto alle donne sposate e alle mamme, anche in seguito allo strascico di polemiche successive alla vittoria della forlivese Mirca Viola (1987), poi squalificata perché sposata. Anche l‘età di partecipazione al concorso è stata via via aumentata: se infatti durante gli anni ’70 e ’80 si ebbero diverse miss minorenni (Anna Kanakis e Susanna Huckstep, le più giovani, vinsero il titolo a soli 15 anni), a partire dagli anni ’90 la presenza di ragazze adolescenti produsse diverse proteste da parte di movimenti e esponenti politici, tra cui una forte presa di posizione di alcuni esponenti della Lega Nord nel settembre 1994 che dopo la messa in onda della finale del concorso, proposero un disegno di legge per vietare alle minorenni la partecipazione ai concorsi di bellezza, causando una decisa replica di Mirigliani in difesa della manifestazione. Dall’edizione 2002 il regolamento venne comunque modificato, permettendo l’accesso al concorso solo alle ragazze che sarebbero state maggiorenni per la data della finale.
Ma se il marcio parte dall’interno del comitato di Miss Italia bisogna chiedersi se non bisogna stilare anche un codice di comportamento per aspiranti selezionatori, che dimostrino di possedere integrità e correttezza, e che non abusino del loro ruolo per favori sessuali con ragazzine che potrebbero essere le loro figlie o nipoti. Ma invece molto spesso si pensa soltanto agli aspetti commerciali, cioè a quanti sponsors trovano, a quante serate “piazzano” ed organizzano, a quanti contributi da enti pubblici locali riescono a reperire. Ed ecco spiegato il perchè la RAI dalla scorsa edizione 2013 non trasmette più il concorso. Una ragione c’è sempre a tutto.
Secondo quanto si legge in una notizia riportata anche dal sito del quotidiano online MNews.it, due ragazze di Paola, in provincia di Cosenza, e di Reggio Calabria avrebbero accusato il “patron” delle selezioni regionali Dante Zardi, che, pur dichiarandosi innocente, si è autosospeso.. Il tutto a poche ore dall’elezione di Miss Calabria: una proclamazione che avverrà, con ogni probabilità, in un clima di tensione che non sarà facile da stemperare.