L’inchiesta della magistratura calabrese sul fenomeno del “calcioscommesse” non è ancora finita . La Polizia di Stato ha infatti eseguito 17 arresti, tra carcere e domiciliari, eseguendo delle ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Dirty Soccer” relativa al calcioscommesse. I provvedimenti riguardano anche persone già sottoposte a fermo il 19 maggio scorso. Il Gip ha così confermato il quadro che aveva portato la Dda catanzarese ad emettere i provvedimenti.
I fermi avevano riguardano i presunti componenti di due distinte organizzazioni attive nelle combine di partite e di cui, secondo l’accusa, facevano parte, a vario titolo, dirigenti, allenatori e calciatori di Serie D e Lega Pro.
La Polizia di Stato di Catanzaro ha notificato altri 5 avvisi di garanzia ed eseguito altrettante perquisizioni domiciliari a carico dei responsabili dell’alterazione dell’incontro di calcio SAVONA-TERAMO del 2 maggio 2015, valevole per il campionato di LEGA PRO – Girone B.
L’attenzione della Squadra Mobile di Catanzaro e dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo si è concentrata sull’incontro tra il SAVONA e il TERAMO, valevole per il campionato di Lega Pro, che lo scorso 2 maggio ha visto il TERAMO vittorioso sul campo del SAVONA. La gara non è stata una partita come le altre, assegnando la vittoria del campionato al TERAMO, con una giornata di anticipo rispetto alla chiusura del calendario. La squadra abbruzzese ha festeggiato sul campo ligure la promozione nel campionato nazionale di serie B, tagliandone il traguardo per la prima volta nella sua storia.
Le indagini hanno portato alla luce come la dirigenza del TERAMO calcio abbia raggiunto tanto risultato dando mandato all’esperto di frodi sportive, DI NICOLA Ercole, direttore sportivo de L’AQUILA e già indagato nell’operazione DIRTY SOCCER, affinché combinasse il risultato dell’incontro procurando la vittoria al TERAMO. Il DI NICOLA non era solo nel favorire il patto di combine tra le due squadre ma si avvaleva della collaborazione di altri professionisti del calcio, perché la proposta di combine giungesse a destinazione: Ninni CORDA, allenatore del BARLETTA, anche lui già indagato nell’operazione DIRTY SOCCER, e Giuliano PESCE, collaboratore tecnico del PARMA.
Il prezzo della combine era fissato in 30.000,00 euro che il presidente e il d.s. del TERAMO, avevano versato per remunerare l’opera prestata dagli indagati ricompensandoli dell’alterazione della partita in favore del TERAMO, con il conseguente ottenimento della promozione della compagine abruzzese nel campionato cadetto, con una giornata di anticipo.
Nel corso dell’attività sono stati sequestrati ad alcuni indagati supporti informatici sui quali saranno svolti approfondimenti investigativi.