di Gianni Dragoni
Le proiezioni dei conti della gestione sostitutiva dell’Inpgi, il cosiddetto Inpgi 1, mostrano un disavanzo crescente, compreso tra i -200 e i -300 milioni di euro all’anno per dieci anni, dal 2022 al 2031. Gli interventi fatti dall’Inpgi per riportare in rotta i conti sono stati “tardivi”, solo dal 2017 è stato applicato il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni, con un ritardo di sei anni rispetto alla legge Fornero valida per la generalità dei lavoratori dipendenti iscritti all’Inps.
Ci sono questi dati dietro la decisione di trasferire la funzione previdenziale dell’Inpgi1 nell’Inps, a decorrere dal primo luglio prossimo, stabilita dalla legge di bilancio. Lo hanno spiegato i vertici dell’Istituto pubblico di previdenza sociale nel seminario del 2 febbraio sul passaggio dell’Inpgi 1 all’Inps, di cui Puntoeacapo ha già riferito nei giorni scorsi in due articoli di Paola Cascella e Alessandra Spitz.
Nel 2028 patrimonio sotto zero
“Il saldo dell’Inpgi in termini di bilancio era su un sentiero troppo stretto. C’è un disavanzo che continuerà di oltre 200 milioni l’anno”, ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Una delle puntute slide mostrate dal presidente dell’Inps evidenzia la drammatica erosione del patrimonio, tratta dal bilancio tecnico attuariale del 2019. “Il patrimonio netto dopo il 2027 si sarebbe azzerato”, ha detto.
La curva del patrimonio, indicato intorno al miliardo a fine 2021, va in picchiata fino al 2027, raggiungendo quasi lo zero, poi la linea si interrompe. Nel 2028 il patrimonio sarebbe finito sotto zero. “C’è un disavanzo strutturale. Era necessario un intervento. E’ stato tardivo. Questo governo ha cercato il compromesso migliore. Si è arrivati a un ottimo compromesso, non così favorevole come avvenuto in passato per altri enti assorbiti. Abbiamo assorbito l’Enpals, anche con le regole proprie. Anche l’Inpdap si è portato le regole proprie del fondo. Per i giornalisti dal primo luglio valgono le stesse regole degli altri lavoratori dipendenti”.
Tridico: 200 milioni deficit piccolo per Inps
Tridico ha osservato che 200 milioni per l’Inps sono un deficit piccolo. Come dire trascurabile rispetto alla voragine dei conti dell’Inps, che è causata soprattutto dagli interventi per l’assistenza. Ricordiamo, questo Tridico non lo ha detto, che nel 2021 l’Inps dovrebbe avere un risultato economico di esercizio in forte perdita, -15,46 miliardi, secondo la nota di assestamento al bilancio di previsione 2021 approvata dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) il 12 ottobre.
Pertanto il passivo dell’Inpgi è circa l’1,4% rispetto al passivo Inps. Se non ci fosse lo Stato che ripiana le perdite e ricostituisce il patrimonio, neppure l’Inps potrebbe stare in piedi. Per la fine del 2021 era stimato un disavanzo patrimoniale di 905 milioni. Secondo la nota di assestamento al bilancio Inps l’anno scorso ci sono stati 230,84 miliardi di entrate contributive e 363,46 miliardi di spese per prestazioni istituzionali. La spesa dell’Inps per prestazioni pensionistiche è pari a 241,33 miliardi.
I bilanci in profondo rosso dell’Inpgi 1
L’anno scorso l’Inpgi 1 ha avuto una perdita di esercizio di -225,4 milioni, secondo il bilancio di assestamento (non è ancora il bilancio definitivo) approvato il 17 novembre dal consiglio generale, con 41 voti a favore e 19 contrari. Il bilancio preventivo 2022 stima una perdita di -236, 64 milioni.
Per pagare le prestazioni (pensioni, ma anche cigs e disoccupazione), gli stipendi dei dipendenti e gli altri costi di struttura, inclusi i compensi dei vertici e i 2,347 milioni che vanno a Fnsi e associazioni regionali di stampa per “servizi”, l’Inpgi nel 2021 ha disinvestito patrimonio finanziario per 220 milioni, cioè ha dovuto vendere titoli per procurarsi la liquidità necessaria per tutti questi pagamenti.
I finanziamenti alla FNSI sino a quando ?
Per il 2022 i documenti ufficiali prevedono “disinvestimenti mobiliari” per 205 milioni, cioè un’ulteriore massiccia vendita di quote di patrimonio finanziario, che in questo modo si riduce di oltre 200 milioni all’anno. Malgrado questa copiosa emorragia, per la maggioranza che governa l’Inpgi (la stessa che governa la Fnsi e altri enti di categoria) rimane un punto fermo destinare, anche quest’anno, 2,347 milioni ai “costi per servizi resi dalle associazioni di stampa”, lo dice il bilancio preventivo. Chissà cosa ne pensano i dirigenti dell’Inps che nei “tavoli di lavoro” stanno esaminando i conti dell’Inpgi in vista del passaggio di consegne dal primo luglio.
Secondo l’Inps “i problemi venivano rimandati”
Gianfranco Santoro, responsabile del coordinamento generale statistico-attuariale dell’Inps, ha rincarato la dose sottolineando che i conti Inpgi presentavano “squilibri consistenti e crescenti. Già i bilanci tecnici indicavano criticità. Ma i problemi venivano rimandati”. E’ quello che Puntoeacapo ha denunciato ripetutamente da tempo. Almeno dal 2008 si vedeva che i conti correvano verso lo squilibrio. “L’intervento c’è stato solo nel 2017, ma tardivo. Gli interventi sono stati non tempestivi”, ha detto Santoro.
Disavanzo Inpgi crescente fino a -294 milioni nel 2031
In una slide Santoro ha mostrato la proiezione per dieci anni dei conti dell’Inpgi1. Il disavanzo d’esercizio è previsto in -110,5 milioni nel 2022 (ma il bilancio preventivo dell’istituto dice -236,64 milioni, non è stato spiegato il perché di questa differenza), quindi aumenta costantemente: -234 milioni nel 2023, -239 milioni nel 2024, fino a -294 milioni nel 2031.
La Monica: “Commissariamento terreno incognito”
Vito La Monica, direttore centrale degli organi collegiali Inps, è l’uomo che coordina i tavoli di lavoro con Inpgi in attesa della nomina del nuovo direttore generale Inps, che dovrebbe essere Vincenzo Caridi, attuale vicario, ma l’ultima parola spetta al ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Nel seminario La Monica ha detto che si è scelto di “trasportare nell’Inps” i giornalisti iscritti all’Inpgi1 “per evitare il commissario. Sarebbe stato un terreno incognito il commissariamento”.
Dal primo luglio 2022 nuove regole
Dobbiamo chiederci se è anche a causa di questa tardiva risposta dell’Inpgi e della maggioranza che lo governa che, con la decisione politica di trasferire l’Inpgi 1 all’Inps per salvare le pensioni dei giornalisti lavoratori dipendenti, si è stabilito di cambiare le regole dal primo luglio 2022. Mentre l’assegno di chi è già in pensione non sarà toccato, per le pensioni da liquidare in futuro vale il principio “pro rata temporis”. Cioè le future pensioni saranno calcolate con i criteri Inpgi per i periodi di contribuzione fino al 30 giugno prossimo, mentre dal primo luglio in poi si applicheranno le regole Inps.
Molte regole sono già uniformate (come ad esempio l’età della pensione di vecchiaia, 67 anni per tutti, il rendimento dei contributi pari al 2% all’anno), ma rimangono alcune differenze, che potrebbero essere peggiorative per i giornalisti. Nel seminario non si è entrati in questo dettaglio, ma i dirigenti Inps hanno fatto capire che potrebbero emergere delle differenze sfavorevoli. Santoro ha detto che “per Enpals sono state salvaguardate le regole. Qui si è scelto di tutelare i lavoratori”. Cosa significhi di preciso quest’affermazione non lo ha spiegato. E anche Tridico, come abbiamo visto, ha ricordato che Enpals e Inpdap sono stati assorbiti portandosi dietro “le proprie regole”. Fatti salvi i criteri presenti e futuri di calcolo pensionistico, il riferimento potrebbe essere ad alcune prestazioni integrative dell’Inpgi, oltre che all’entità delle pensioni future (non a quelle già erogate) di reversibilità.