L’ ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato in Tribunale a Roma ad un anno e dieci mesi per “traffico d’influenze” e “finanziamento illecito” nell’ambito del procedimento stralcio sull’indagine “Mondo di Mezzo”. A deciderlo i giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Roma nel processo bis disposto dalla Cassazione per rideterminare la pena. Il procuratore generale aveva chiesto nell’udienza di questa mattina di condannare Alemanno, presente in aula, a due anni e mezzo.
La vicenda giudiziaria dell’ex primo cittadino della Capitale era iniziata nel dicembre del 2014 con una perquisizione domiciliare e la sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito della operazione Mondo di Mezzo. Nei suoi confronti l’accusa iniziale era di “concorso esterno nell’associazione di stampo mafioso” e “corruzione”. In seguito caddero le accuse di concorso esterno per il quale i pm inquirenti chiesero e ottennero l’archiviazione nel febbraio del 2017. La posizione dell’ex sindaco venne, però, stralciata e per lui restò in piedi soltanto la corruzione a cui si aggiunse il finanziamento illecito.
Lo scorso 8 luglio i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione avevano assolto l’ex sindaco Alemanno, difeso dagli avvocati Cesare Placanica e Filippo Dinacci, dall’accusa di corruzione nell’ambito del procedimento stralcio su ‘Mafia capitale’. Alemanno in primo grado era stato condannato e in appello a 6 anni, ma successivamente la Suprema Corte aveva annullato senza rinvio le accuse di corruzione, decidendo di far svolgere un nuovo processo di appello per rideterminare la pena, riqualificando il reato in traffico di influenze, per la vicenda dello sblocco dei pagamenti di Eur Spa.
La Corte di Cassazione con la sentenza aveva confermato la responsabilità dell’ex sindaco Gianni Alemanno in relazione al reato di finanziamento illecito. “Il ridimensionamento del fatto a seguito della sentenza della Cassazione è evidente, rimane l’amarezza per una condanna che a mio avviso non è giustificata perché io continuo a proclamarmi innocente” dice Alemanno.
“Ritengo che il fatto di sollecitare i pagamenti di crediti dovuti da tempo dalla pubblica amministrazione non può essere una cosa che mi viene contestata. Rimane quindi l’amarezza anche se il ridimensionamento di tutta questa vicenda è estremamente importante. Attendo di leggere le motivazioni prima di fare ricorso in Cassazione” conclude l’ex sindaco di Roma Capitale.