di Vito Lobasso *
L’incontro con i neoeletti consiglieri regionali della provincia ionica, organizzato dalla Camera di commercio di Taranto, ha costituito una prima e utilissima occasione di conoscenza e di confronto tra il mondo economico e gli esponenti della politica che nei prossimi cinque anni rappresenteranno le urgenze, i problemi, le necessità del territorio ionico in seno alla Regione Puglia.
L’iniziativa dell’intera Giunta camerale ha centrato l’obiettivo: uscire dalle logiche di parte e avviare, finalmente, un percorso unitario che consenta a questo territorio di rivendicare e portare avanti con la giusta determinazione le istanze della collettività; un “Patto per Taranto”, appunto. L’incontro è stato tanto più utile perché si è svolto prima che i nuovi consiglieri comincino a svolgere, come è giusto che sia, il loro ruolo di maggioranza o di opposizione nell’Assemblea regionale e, quindi, non ha risentito di alcuna pressione politica.
Il percorso sarà ben più lungo e articolato, ma aver ottenuto la disponibilità e la collaborazione unanime dei consiglieri presenti alla riunione segna una nuova fase e incoraggia la Camera di commercio di Taranto a proseguire lungo questo cammino nell’esclusivo interesse della crescita e dello sviluppo del territorio ionico.
All’incontro hanno partecipato tutte le categorie produttive, rappresentate nella Giunta camerale, sintesi istituzionale del mondo economico. Un luogo in cui si opera nell’interesse generale dell’economia provinciale. Il Consiglio camerale e la Giunta funzionano, infatti, secondo l’ordinamento che regola l’attività delle Camere di commercio e dovrebbe saperlo benissimo un’associazione che per anni ha guidato l’Ente camerale. Ma, forse, è più facile urlare, additare ad altri responsabilità proprie, ergersi a moralizzatori piuttosto che discutere, confrontarsi, avanzare proposte nelle sedi istituzionali. Nei consessi democratici ci sono le maggioranze e le opposizioni: chi si tira fuori, chi non partecipa, chi non svolge il proprio ruolo democraticamente non tutela i propri iscritti e non rende loro un buon servizio. Forse è questa la vera causa dell’emorragia di consensi che sta colpendo la Confcommercio di Taranto.
La crisi, infatti, non può essere l’alibi per tutto, anche perché la crisi arriva da lontano ed è stata originata soprattutto da scelte compiute in un passato che la Confcommercio locale conosce benissimo. Un passato in cui quella associazione ha esercitato il potere con decisioni e scelte discutibili i cui effetti negativi hanno penalizzato l’intera categoria e, quindi, il territorio. Ora, infatti, il settore è in gravissima difficoltà: i negozi chiudono e le strade del centro cittadino si svuotano perdendo progressivamente la loro storica vocazione commerciale.
Ma adesso è troppo facile contare le saracinesche abbassate per ricostruirsi una verginità ormai perduta. Confcommercio continua a fare l’elenco di problemi che sono sotto gli occhi di tutti, dimenticando che proprio le sue decisioni hanno fortemente contribuito a creare quei problemi. Per risolvere le questioni del commercio, per il rilancio del territorio, per la crescita economica, occorre responsabilità e occorre, soprattutto, un territorio coeso che faccia valere con forza le sue ragioni nelle sedi istituzionali. Ma questo, ovviamente, a Confcommercio non interessa. Probabilmente il suo unico interesse è riaffermare una leadership sempre più vacillante.
Purtroppo, “nemo profeta in patria” e questo adagio sembra pensato e scritto su misura per Taranto. Di legittimi sospetti, di pregiudizi, di polemiche inutili, il territorio ionico rischia di morire. Questo è il vero pericolo. Sia chiaro: le critiche, anche le più feroci, sono utili purché abbiano senso e portino un contributo reale al dibattito. Quando, invece, sono pretestuose e faziose nel senso deteriore del termine, sono dannose e da bandire.
Alcuni commenti pubblicati sulla stampa prima e dopo la riunione sono veramente paradossali e probabilmente spiegano perché i cittadini non hanno più fiducia nella politica. Per mia cultura, gli assenti hanno sempre torto, anche quando si tratta di rappresentanti della sinistra che, sottraendosi al confronto in maniera incomprensibile, sembrano comportarsi come i peggiori reazionari. Non solo. Questi stessi personaggi criticano chi tenta faticosamente di costruire una maggiore coesione sul territorio. Utilizzano un linguaggio offensivo nei confronti di chi, invece, ha ritenuto utile partecipare all’incontro, non considerando che i rappresentanti delle categorie economiche che governano la Camera di commercio e che erano presenti alla riunione sono anche cittadini ed elettori.
A molti fa difetto la coerenza visto che lanciano strali sulla Camera di commercio e su una riunione positiva sotto tutti i punti di vista, senza però brillare in tema di partecipazione vera sui problemi del nostro territorio. Forse, invece di avventurarsi in inutili prove muscolari per guadagnare un titolo sui giornali, ognuno dovrebbe occuparsi di svolgere correttamente il proprio ruolo.
* Presidente della Confesercenti Taranto