Gli alleati occidentali hanno deciso nuove sanzioni finanziarie contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina e hanno deciso di escludere le banche russe dal sistema internazionale bancario SWIFT, che consente il trasferimento di fondi in tutto il mondo. L’annuncio è stato dato con una dichiarazione congiunta. “Noi, i leader della Commissione Europea, di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti condanniamo la guerra decisa da Putin e gli attacchi alla nazione sovrana e al popolo ucraino” e “siamo con il governo ucraino e il popolo ucraino nei loro sforzi eroici per resistere all’invasione“. Dopo mezzanotte è arrivata la comunicazione ufficiale: “Ci impegniamo a garantire che le banche russe selezionate vengano rimosse dal sistema di messaggistica SWIFT. Ciò garantirà che queste banche siano disconnesse dal sistema finanziario internazionale e danneggino la loro capacità di operare a livello globale“.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen , il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il presidente francese Emmanuel Macron e si riuniranno questa sera in videoconferenza. Lo riporta la Dpa citando alti funzionari. L’obiettivo è raggiungere un accordo su ulteriori sanzioni come il congelamento dei beni esteri degli oligarchi russi. Sul tavolo anche le misure su Swift. “Faremo in modo che Putin non utilizzi più i suoi fondi di guerra. Paralizzeremo le transazioni della Banca Banca Centrale Russa“, ha detto ancora la von der Leyen, specificando anche che l’Ue e gli Usa “proibiranno agli oligarchi russi l’uso dei nostri mercati finanziari”.
Ma non solo. L’accordo prevede un impegno “per mettere fine alla procedura che consente ai ricchi russi legati a Mosca di diventare cittadini dei nostri Paesi e guadagnare accesso ai nostri sistemi finanziari” tramite i cosiddetti “passaporti d’oro”. Gli Stati Uniti stanno valutando sanzioni contro la Banca Centrale russa, in una mossa che farebbe finire nel mirino americano 643 miliardi di dollari di riserve che il presidente Vladimir Putin ha accumulato prima della pianificata invasione dell’Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.
Si è risolto, in questa prospettiva, anche il “Caso Italia” nato ieri dopo le parole del premier Mario Draghi in Aula e la replica via Twitter del presidente ucraino Zelensky . Il nostro Paese, Draghi in primis, veniva messo sotto accusa da varie personalità europee per non aver appoggiato la linea dura contro Putin, ma dopo le smentite ufficiali da Palazzo Chigi adesso è riconosciuto anche dall’Ucraina come allineato agli altri.
“A poche decine di chilometri dal confine orientale dell’Ue, l’esercito russo sta compiendo azioni barbare durante la sua invasione dell’Ucraina. Sta bombardando e lanciando attacchi missilistici, uccidendo persone innocenti. Allo stesso tempo, il mondo intero sta assistendo alla resistenza determinata e coraggiosa dell’esercito e della popolazione ucraini” ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha aggiunto “Mentre le forze russe scatenano il loro assalto a Kiev e ad altre città ucraine, siamo determinati a continuare a imporre costi alla Russia che isoleranno ulteriormente la Russia dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie“.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato ulteriori 350 milioni di dollari in nuova assistenza militare all’Ucraina.
E’ stato dichiarato lo stato di pre-allarme in Italia per il gas. A prendere la decisione, dopo aver sentito il Comitato di emergenza e monitoraggio nazionale, è stato il ministero della Transizione ecologica che è l’autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale. I principali motivi riguardano il passaggio in Ucraina delle forniture che arrivano nel nostro Paese e l’elevata pericolosità della “minaccia“.
È stato convocato per lunedì un Consiglio Ue dell’Energia straordinario a Bruxelles. Sul tavolo gli effetti della crisi con la Russia. Per l’Italia parteciperà il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani.