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25 Novembre 2024 01:33

L’Ue blocca le tv del Cremlino: stop alle bugie russe sull’ Ucraina

“Russia Today e Sputnik, controllate dal governo, e le testate a loro legate non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e creare divisioni nell’Unione” ha chiosato la presidente della Commissione Ue “Stiamo sviluppando gli strumenti per vietare questa disinformazione tossica e dannosa in Europa”.

L’Unione Europea si schiera contro anche le emittenti russe, emanazione di Mosca, applicando non solo sanzioni economiche. “Con una mossa senza precedenti vieteremo la presenza in Ue della macchina mediatica del Cremlino”, ha annunciato Ursula von der Leyen, presentando altre decisioni prese dall’Ue sul conflitto.

“Russia Today e Sputnik, controllate dal governo, e le testate a loro legate non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e creare divisioni nell’Unione” ha chiosato la presidente della Commissione Ue “Stiamo sviluppando gli strumenti per vietare questa disinformazione tossica e dannosa in Europa”.

Nei giorni scorsi Lituania ed Estonia, due ex repubbliche sovietiche oggi membri Ue e Nato, con importanti minoranza russofone, hanno bloccato le trasmissioni sul loro territorio di una serie di emittenti in lingua russa, dopo la diffusione del discorso di Vladimir Putin che annunciava l’invasione. Tra loro ci sono Rtr Planeta, Ntv Mir, Rossija 24, TV Centre International e la bielorussa Belarus 24.

Social network: canali sospesi o etichettati

Nessuna tregua per le emittenti nemmeno sui social e in rete. Instagram e Facebook hanno iniziato a identificare, i profili che sono considerati di propaganda, con apposite segnalazioni. Provando, per esempio, a consultare la pagina dell’agenzia di stampa russa Tass, compare un messaggio che avverte l’utente: “Contenuti multimediali controllati dal seguente stati: Russia”.

“Facebook ha contrassegnato questo editore perché ritiene che possa essere totalmente o parzialmente sotto il controllo editoriale di uno stato”, ha spiegato il social. “Questo è stabilito in base a una serie di fattori tra cui, a titolo esemplificativo, il finanziamento, la struttura e gli standard giornalistici”.
In più, Meta ha anche vietato ai media statali russi di pubblicare inserzioni pubblicitarie o trarre profitto dai suoi annunci sulla propria piattaforma in qualsiasi parte del mondo. 

Analoga scelta quella di YouTube. La piattaforma video americana ha sospeso diversi canali russi, tra cui quello del canale di stato RT, impedendo loro di guadagnare dalla presenza sul sito. La decisione è stata motivata da “circostanze straordinarie” ha spiegato Farshad Shadloo, portavoce del sito. RT, ha aggiunto, ed altri canali non saranno accessibili in Ucraina dopo “una richiesta del governo”

Nelle ultime 48 ore la società proprietaria di Facebook ha anche rimosso una rete di 40 account, gruppi e pagine che operavano dalla Russia e dall’Ucraina. La società Meta sostiene che un gruppo di hacker ha usato Facebook per attaccare personaggi pubblici ucraini, tra cui funzionari militari, politici e un giornalista. Nelle ultime 48 ore la società proprietaria di Facebook ha anche rimosso una rete di 40 account, gruppi e pagine che operavano dalla Russia e dall’Ucraina. E un portavoce di Twitter ha fatto sapere di aver sospeso una dozzina di account che violavano le regole contro la manipolazione della piattaforma. L’agenzia di stampa Reuters afferma che Meta ha accusato Ghostwriter, un gruppo di hacker che ha tentato di pubblicare video che ritraggono le truppe ucraine come in difficoltà e pronti alla resa, con tanto di bandiera bianca. Il team security di Meta ha adottato misure per proteggere gli account nel mirino ma ha rifiutato di fornire i nomi degli obiettivi, anche se ha fatto sapere di averli avvertiti. E ha trovato collegamenti tra questa rete e un’operazione del 2020 che riguardava il Donbass.

La reazione del Governo Russo

Arriva all’alba di ieri l’annuncio del Roskomnadzor, il “servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa”, che – come segnala Adnkronos – ha chiesto a Meta di eliminare qualsiasi tipo di restrizione, compreso il controllo della veridicità dei contenuti, per i post social degli organi ufficiali di informazioni dello stato. La Russia afferma che Meta non abbia mai risposto, e nel comunicato accusa Facebook di “violare fondamentali diritti umani di libertà”. Inoltre, il socialnetwork di Zuckerberg è accusato di aver censurato i media statali 23 volte dall’ottobre 2020.

Come risultato, l’utilizzo di Facebook verrà limitato a partire da subito all’interno della Russia, anche se non è ancora chiaro in quale modo.

Il commento di Facebook

“I cittadini russi usano le nostre app per esprimere le loro opinioni e organizzarsi ad agire”, ha dichiarato Nick Clegg, President of Global Affairs di Meta. “Vogliamo che possano continuare a far sentire la propria voce, condividere che cosa sta accadendo, e organizzarsi tramite Instagram, WhatsApp e Messenger”.

Il Regno Unito chiede l’intervento di Ofcom

Anche da Londra arrivano aperte critiche ai media filo Putin. Dopo che in settimana Nadine Dorries, segretario alla Cultura, aveva scritto all’Ofcom, l’autorità inglese che vigila sui media, accusando RT UK fare “disinformazione dannosa”, ora a prendere posizione contro l’emittente è Boris Johnson.
“Spaccia materiale che fa molto danno alla verità”, ha detto il primo ministro sollecitando Ofcom a riesaminare la posizione di RT UK per verificare se la sua copertura dell’invasione russa “violi le regole vigenti in questo Paese”.

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