La rivelazione del collettivo etico di hacker Anonymous, che da giorni si è schierato dalla parte degli ucraini, contro l’iniziativa bellica russa e la sete di potere del presidente Vladimir Putin, sarebbe quella di conflitto premeditato, un’invasione ben congegnata dalla Russia, piani di guerra pronti da giorni. Un’affermazione però ancora tutta da verificare, di fronte a quelli che, secondo quanto diffuso attraverso i canali social (Twitter) dell’organizzazione che opera sul web, sarebbero dei documenti ufficiali sottratti alle forze armate russe che da giorni hanno invaso il territorio ucraino e bombardato grandi e piccole città del Paese.
Leaked document from Russian troops showing war against Ukraine was approved on 18th January, and initial plan to seize Ukraine starting 20th Feb to 06th March pic.twitter.com/4zsZD9i0R4
— Anonymous (@YourAnonNews) March 2, 2022
Secondo a quanto diffuso, l’attacco sarebbe stato approvato il 18 gennaio e il piano iniziale prevedeva un lasso temporale per l’iniziativa militare che sarebbe durata al massimo un paio di settimane dal 20 febbraio al 6 marzo, anche se poi di fatto l’invasione è iniziata il 24 febbraio. Anonymous ha condiviso mappe e dossier strategici, con tanto di foto dettagliate, anche se l’attendibilità della fonte resta difficilmente riscontrabile. Si intravede solo qualche scritta in cirillico, come il titolo “Flotta del Mar Nero“, sulla prima pagina. L’analista di sicurezza Michael Horowitz è convinto che i documenti siano stati recuperati dal ministero della Difesa di Kiev e quindi, secondo lui, autentici.
La rivelazione del gruppo di hacker-attivisti fa parte delle iniziative avviate dal gruppo per combattere il presidente russo, anche per Anonymous colpevole di aver violato la sovranità di un altro stato. Una cyberguerra che fino a questo momento si è tradotta in numerosi attacchi informatici, anche contro i siti governativi del Cremlino e la televisione di stato russa, che hanno fatto seguito a video diffusi, anche su Twitter, che ufficializzavano la posizione presa dagli hacker in difesa del Paese invaso. “I tuoi segreti potrebbero non essere più al sicuro e molte infrastrutture del tuo governo potrebbero essere compromesse”, così Anonymous si rivolge a Vladimir Putin.
Non è la prima volta che il gruppo anonimo di hackers etici, si impegna in prima linea per abbracciare una causa. Dal 2008 a oggi è sempre rimasta un’entità non definita , ma utilizza un solo unico canale di comunicazione ufficiale. Fino a questo momento aveva rivolto la propria attenzione a grandi aziende e governi, ma nel 2015 si erano impegnati a fermare la propaganda dello Stato Islamico, cercando di identificare e rintracciare anche gli autori degli attentati di Parigi.
Tra gli attacchi portati a segno durante il conflitto attuale, non sarebbe stato invece risparmiato neanche lo yacht del presidente russo. Di “Graceful“, questo il nome dell’imbarcazione del valore di 87 milioni di euro, sono stati per esempio modificati i dati di navigazione e il nome, ora ribatezzato “FCKPTN” acronimo di un insulto in inglese (“fotti Putin“) rivolto direttamente allo presidente russo, nella sua versione senza vocali. Così come appare nel portale Vesseltracker, sito web dove sono tracciate tutte le imbarcazioni del mondo.