di Marco Ginanneschi
Da un’indagine condotta da Confesercenti con Swg, emerge che oltre i due terzi degli italiani (il 71%) non vedono in prospettiva una ripresa dei consumi. In particolare, il 41% di chi non vede in prospettiva una ripresa nei prossimi mesi prevede di mantenere i propri consumi invariati, mentre un altro 30% li prevede in calo. Soltanto il 24% del campione esprime, un giudizio di fiducia prevedendo un aumento della spesa dedicata ai consumi nei prossimi mesi.
Le famiglie. – L’indagine presentata in occasione dell’assemblea 2015 di Confesercenti, rileva che a pesare sulla maggior parte dei nuclei, è in particolare il deterioramento delle condizioni finanziarie ed il clima di incertezza che caratterizza il lavoro. Sul fronte del reddito mensile, in particolare, più della metà degli italiani (il 61%) segnala una situazione difficile: di questi, un 47% afferma di riuscire appena a coprire le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi e per il 14% il reddito non basta nemmeno per le necessità indispensabili della propria famiglia.
Poi ci sono le preoccupazioni per il posto di lavoro: il 64% degli intervistati afferma di aver paura che qualche membro della propria famiglia possa perdere il lavoro; il 38% si manifesta abbastanza preoccupato e il 26% è molto preoccupato; solo per il 36% la paura rispetto al lavoro è minima o nulla, con un 26% che dichiara di avere poca paura di perdere la propria occupazione ed il 10% che non manifesta, invece, alcun timore.
Le imprese. Sempre il sondaggio Confesercenti-Swg dice che oltre 8 imprenditori su 10 (82%) a giugno dichiarano di non aver intercettato l’inversione di tendenza; più di uno su due (51%) non rileva miglioramenti rispetto al 2014, mentre il 31% dichiara di avere subito un nuovo calo. Il ritorno alla crescita appare ancora una chimera anche per le imprese: soltanto il 17% delle imprese vede segnali di miglioramento. La sofferenza delle imprese appare legata soprattutto all’eccessivo prelievo fiscale – rileva lo studio presentato in occasione dell’assemblea annuale di Confesercenti -: per questo tre imprenditori su quattro (75%) ritengono prioritario che il Governo vari una riforma del fisco che alleggerisca il peso delle tasse.
Forte anche la richiesta di un intervento urgente per la semplificazione: il 42% vorrebbe snellire la burocrazia, mentre un 18% di imprese chiede interventi per una giustizia più celere. Il perdurare dello stato di difficoltà si ripercuote sulla capacità di investimento delle imprese: solo il 18% ha dichiarato di aver assunto a tempo indeterminato nuovo personale, e la metà ha potuto farlo solo grazie ai nuovi sgravi contributivi. Ma l’80% segnala di non avere ancora l’esigenza o la forza per prendere nuovo personale. Secondo gli imprenditori servirebbe quindi una un rafforzamento degli sgravi: 3 imprese su 10 chiedono di ridurre subito il costo del lavoro.
L’appello: “Meno tasse”. “Non esiste alternativa efficace alla riduzione dell’imposizione fiscale”, dice Massimo Vivoli presidente di Confesercenti. “Abbiamo chiesto al Governo di procedere velocemente all’approvazione dei decreti di attuazione della delega fiscale. Ma da sola non basta, perché mira più a razionalizzare l’esistente che a ridurre il peso delle imposte“.