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22 Dicembre 2024 21:46

Intelligence Usa: “Rischio minaccia nucleare se prosegue il conflitto Ucraina-Russia”

Il rallentamento alla marcia russa sull' Ucraina è dipeso da diversi fattori. Le carenze del sistema bellico russo — ben note al Pentagono — la sottovalutazione del nemico, i problemi logistici, il personale di leva non ancora preparato. E, se teniamo conto che nella prima ondata il Cremlino ha mandato a morire il meglio delle truppe aerotrasportate, i conti sono molto pesanti: circa 7 mila caduti russi, compresi quattro dei loro generali più esperti.

Gli attacchi russi soprattutto via cielo non si attenuano, secondo il Pentagono, in oltre tre settimane di conflitto, Mosca avrebbe lanciato “più di mille missili“. Il “genocidio”, così definito dall’Ucraina, della città di Mariupol, che da giorni è sotto assedio continua: sono 20 mila i morti. Le bombe continuano a cadere anche su Kiev, mentre a Chernihiv è stato ucciso un civile americano, James Whitney Hill, classe 1954, originario del Minnesota.

Nella giornata di oggi venerdì 18 marzo è prevista una telefonata tra il presidente Usa Joe Biden e il suo omologo cinese, Xi Jinping: nel corso del colloquio telefonico, il presidente Usa avviserà i cinesi che qualsiasi tipo di sostegno alla guerra di Mosca “avrà un costo“. Secondo il segretario di Stato americano, Antony Blinken, le strategie del presidente russo non prevalgono sugli ucraini e per non perdere l’onore e la faccia dinnanzi a tutto il mondo ed all’interno della Russia, potrebbe adottare “tattiche terroristiche” come attacchi con armi chimiche sotto “falsa bandiera” .

Anche l’intelligence britannica è netta nel giudizio: l’offensiva di Putin è in stallo su quasi tutti i fronti. Analisi condivisa, in parte, dall’esercito di osservatori. Che comunque conservano della cautela. Perché l’Armata non se ne è andata, i campi di guerra sono ancora lì, ad una ventina di chilometri da Kiev e nel sud del Paese. I russi hanno registrato vantaggi minimi nelle ultime ore.

I russi vogliono conservare il terreno conquistato piuttosto rilevante, anche se nei sobborghi di Kiev gli ucraini hanno riguadagnato posizioni, bombardare le città da lunga distanza, distruggere infrastrutture e fabbriche, contrastare eventuali aiuti. Tutto questo per sostenere un’ avanzata lenta sulla capitale, per poi circondarla. E dare l’assalto, se decideranno di farlo affrontando enormi rischi. Queste linee sono state determinate dal fatto che non hanno conseguito gli obiettivi prefissati all’inizio dell’”operazione speciale” voluta da Putin.

L’ intelligence inglese sostiene che lo Stato Maggiore russo sta provando a riorganizzare le truppe, facendo affluire rinforzi e nell’arco di pochi giorni potrebbe dare l’ordine per un secondo assalto. Previsto forse entro la fine del mese ed i primi di aprile. Sono avvistati convogli di treni, mentre il Giappone via satellite ha registrato la partenza di navi anfibie russe da una base dell’Estremo Oriente. Le perdite russe sono ingenti: gli ucraini sostengono di aver ucciso 14 mila russi, mentre una stima conservativa del Pentagono ritiene che le vittime potrebbero essere 7 mila, che restano comunque tante. 

I contatti diplomatici, secondo questo scenario, al momento infatti altro non sono che un diversivo. E continuano a cadere colpi pesanti sulle aree abitate. Tutti questi elementi confermano un concetto chiave: la minaccia di Mosca, seppur debilitata, non è svanita, è costante, e la sua potenza di fuoco resta enorme. Un analista dei “servizi” ha anche rivelato che i genieri starebbero costruendo un oleodotto per poter rifornire il contingente senza dover impiegare le autobotti, poco numerose.

Il rallentamento alla marcia russa sull’ Ucraina è dipeso da diversi fattori. Le carenze del sistema bellico russo — ben note al Pentagono — la sottovalutazione del nemico, i problemi logistici, il personale di leva non ancora preparato. E, se teniamo conto che nella prima ondata il Cremlino ha mandato a morire il meglio delle truppe aerotrasportate, i conti sono molto pesanti: circa 7 mila caduti russi, compresi quattro dei loro generali più esperti. Le relative “debolezze” dei russi sono state amplificate ed evidenziare dalle capacità dei loro avversari. Gli ucraini si erano preparati e sono preparati, anche se è bene ricordare che non hanno fatto tutto da soli.

Le Forze Speciali americane (Delta Force e Marines) ed i paramilitari della Cia hanno preparato per gli ucraini un programma di assistenza partito nel 2015: hanno formato e preparato le loro truppe e ne hanno constatato la loro determinazione, per capire se si sarebbero arresi subito o avrebbero combattuto per la Patria. Ma cosa hanno insegnato gli americani agli ucraini ? Modi per comunicare in modo protetto, tattiche di guerriglia e tiro di precisione, metodi per colpire e sottrarsi al fuoco avversario, azioni rapide, l’uso dei Javelin anti-carro, e poi come schivare il tracking digitale effettuato dai russi, per impedire loro di localizzare le truppe e poi colpirle con attacchi d’artiglieria. 

Il programma americano avviato durante l’amministrazione Obama è andato avanti per anni: , è proseguito con la presidenza di Donald Trump ed è stato l’attuale presidente Joe Biden a interromperlo quando l’invasione è diventata imminente, ritirando tutto il personale della Cia ed i contractor paramilitari per timore di “scenari afghani“. Un alto ufficiale dei Marines ha spiegato come i “difensori” ucraini abbiano una ricognizione migliore rispetto a quella dell’Armata Russa. È molto facile ed altamente probabile che il comandante di un battaglione invasore non sappia quello che lo attende in un bosco, in un villaggio, in un quartiere. In una località gli ucraini hanno riferito che la colonna russa era accompagnata da una guida locale, una donna a bordo di un Suv.

Ma non sempre la precauzione russa è valsa a qualcosa e questo spiega le numerose imboscate in cui sono caduti i reparti, a volte intralciati dal fango e dai ponti distrutti. I militari di Kiev, invece, in questa fase hanno condotto molto bene la proprio missione e strategia di combattimento sfruttando la perfetta conoscenza del territorio. Un piccolo episodio aiuta a comprendere la tenacia ucraina. Nel 2015, durante le esercitazioni “Switf Response” della Nato in Germania, nell’ area addestrativa di Hohenfels, vi partecipavano anche dei parà ucraini nel ruolo di “op-for“, cioè i nemici, i quali, con un colpo di mano, hanno catturato il comando statunitense che partecipava all’esercitazione. E fonti Nato raccontano che la “sorpresa” degli ucraini abbia colpito chi coordinava le manovre di addestramento.

Oltre all’addestramento militare si è aggiunto anche  l’uso di sistemi efficaci nel compito di difesa. I missili anti-carro si sono rivelati formidabili nell’azione di contenimento. Ecco perché si è rivelato molto importante l’invio dagli USA in Ucraina dei Javelin, degli AT4, dei Panzerfaust e di ogni armamento bellico che riesca a rendere meno pericolosa l’azione di Putin. Adesso gli americani si apprestano a consegnare alle forze armate ucraine i droni-kamikaze, molti adatti a piccoli team. Altrettanto molto importante il ruolo dei missili anti-aerei trasferiti dalla Nato: insieme agli Stinger dovrebbero arrivare apparati come gli S300 e altri mezzi mobili per ingaggiare velivoli a bassa quota, che consentirebbero di colpire caccia o elicotteri anche quote di volto più elevante. Il rafforzamento dello scudo di difesa ucraino ha un impatto profondo perché avviene in uno scenario in combattimento in cui  l’aviazione di Mosca ha una presenza ridotta e tutto ciò ha favorito le mosse degli incursori ucraini a terra. Per finire fondamentale l’orgoglio ed il morale degli uomini di Zelensky: ne hanno da vendere, normale che sia così, disposti a morire per la propria terra, per il proprio. E questa è una risorsa che Putin non può trovare nel suo arsenale di guerra.

un militare ucraino dopo aver conquistato un tank dei russi

Più fonti autorevoli fra militari ed intelligence, sostengono che i prossimi 10 giorni, potrebbero essere decisivi per rendersi conto che direzione prenderà la guerriglia: i russi sanno molto bene di dover correre contro il tempo, l’esercito è a corto di uomini e sopratutto di tattiche e strategie, a causa della resistenza ucraina che ha fatto saltare i piani di Putin. Per questo motivo a questo punto Mosca potrebbe cercare una via d’uscita che permetta loro di dichiarare vittoria e al tempo stesso scaricare la responsabilità del conflitto sull’Occidente.

Le dichiarazioni arrivate dal Cremlino negli ultimi giorni, più aperte verso Kiev e più intransigenti verso la Nato vanno in questa direzione , come ha confermato in un’intervista ai media polacchi il capo negoziatore di Kiev, Myhailo Podoliak , che ha affermato che la posizione russa nei negoziati si “è ammorbidita” . Podolyak ha anche anticipato che dopo l’accordo sulle questioni principali sarà organizzato un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky : “Potrebbero volerci da pochi giorni a una settimana e mezzo per spianare le controversie nei negoziati con la Russia per un accordo di pace, dopodiché inizieranno i preparativi per un eventuale incontro tra i presidenti di Ucraina e Russia”.

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