Sono oltre 20mila, tra i quali vi 15mila dipendenti dell’ ILVA, le previste ed attese istanze degli altrettanti creditori per l’ insinuazione al passivo nei confronti dell’ ILVA di Taranto finita in amministrazione straordinaria dopo aver accumulato un «rosso» di circa 2,9 miliardi di euro. La decisione di rinviare la “maxi” adunanza dei creditori dell’azienda siderurgica, adottata dal Tribunale fallimentare milanese competente per territorio, avente in passato l’ ILVA sede legale nel capoluogo lombardo, è stata presa dal collegio presieduto dalla dr.ssa Caterina Macchi lo scorso 28 maggio ( e depositata l’ 11 giugno 2015) è stata rinviata per ragioni “organizzative” e di “notifiche” al prossimo 27 novembre 2015.
Il giudice della Sezione Fallimentare dr.ssa Caterina Macchi nel suo provvedimento ha spiegato che per “ragioni organizzative“, atteso un enorme numero di istanze, anche da parte di fornitori esteri, che potrebbero contribuire a raggiungere anche le oltre 20mila istanze, si è reso quindi necessario posticipare l’inizio del procedimento con l’apertura della cosiddetta adunanza dei creditori al 27 novembre prossimo. Il collegio ha ritenuto doveroso “considerare l’elevatissimo numero di avvisi da inoltrarsi a mezzo raccomandata, essendo oltre 15mila i dipendenti destinatari della predetta comunicazione, e molto numerosi i creditori esteri“.
Nel frattempo il gruppo ILVA che come ben noto si trova da alcuni mesi in “amministrazione straordinaria”, ha già predisposto “uno strumento di informazione sullo stato della procedura“raggiunbile sul sito www.gruppoilvainas.it. messo a disposizione dei potenziali creditori che hanno fatto o devono ancora presentare domanda di insinuazione al passivo.
E’ quindi pressochè scontato a questo punto che l’udienza prevista per la fine novembre dovrà tenersi nella maxiaula presente al piano terra del Tribunale di Milano