di REDAZIONE POLITICA
Verso la chiusura dei ristoranti a Natale e Santo Stefano nelle zone rosse ed arancioni, negozi aperti fino alle 21 per favorire lo shopping natalizio: questo è l’orientamento emerso nell’incontro-fiume durato 12 ore tra il premier Giuseppe Conte con i capidelegazione della coalizione governativa per il prossimo Dpcm che entrerà in vigore il 3 dicembre. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 6 del mattino, e ristoranti chiusi dalle 18 anche in zona gialla.
Gli spostamenti tra regioni saranno consentiti solo per rientrare alla propria residenza. Alla riunione hanno preso parte il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, Alfonso Bonafede, il ministro agli Affari Ue Francesco Boccia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
“Sara’ un Natale diverso, il primo e auspicabilmente l’ultimo grazie ai vaccini. Tutto quello che eravamo abituati a vedere a Capodanno non potra’ avere corso, e’ inimmaginabile e incompatibile. Va detto con assoluta chiarezza come la celebrazione religiosa dovra’ essere compatibile con le misure concordate gia’ con la Cei per quello che riguarda la fede cattolica per evitare focolai e trasmissioni” ha detto questa mattina il presidente del Consiglio Superiore di Sanita’ Franco Locatelli alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia. Gli attuali numeri “non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici”, ha aggiunto Locatelli sottolineando che un messaggio forte “sono sicuro che lo daranno anche i Paesi Ue”.
La curva è in decrescita anche se la situazione in Italia è un po’ a metà. “Il Natale avrà una sua unicità ma questo è il tempo di abbassare la curva. Con questi numeri è molto difficili immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa, aggregazioni e raduni” in particolare di persone che provengono da quadri epidemiologici diversi“. ha aggiunto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, che ha spiegato che la curva relativa all’occupazione dei posti letto e di terapie intensive va verso l’appiattimento. Mentre il segnale dei decessi è ancora molto elevato. “Non ci si può rilassare. L’ età mediana” dei casi di Covid in Italia è intorno a 48 anni”. Questo indica che sono sempre più anziani a contrarre l’infezione. Da qui l’importanza di proteggere queste categorie. Per i deceduti l’età media supera gli 80 anni.